Liberazione: un ricordo di Giovanni Parolari

Redazione25/04/20204min
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Per l’anniversario della liberazione d’Italia, festa nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile, il Comune di Arco propone un ricordo di Giovanni Parolari.
Fra il 1943 e il 1945 la lotta partigiana era presente e attiva in tutto l’Alto Garda, e aveva il supporto indiretto di numerosi cittadini: fu proprio questo attivismo, diretto e indiretto, che scatenò la strage del 28 giugno 1944. I gruppi partigiani armati e organizzati militarmente si erano rifugiati sulle montagne dell’Oltresarca, specialmente in alcune zone del Monte Velo, e in numero ancor maggiore nella zona di San Giovanni al Monte. Qui, in località Gorghi, si trovava un rifugio partigiano che ospitava anche una stamperia clandestina, dove trovarono rifugio diversi comandanti e attivisti partigiani. Fra di loro, si ricorda in particolare Giovanni Parolari, commissario politico per il Basso Sarca e contatto con la rete partigiana nazionale, che coordinò le azioni dei comandanti partigiani per la liberazione dell’Alto Garda alla fine della guerra, ma che durante tutto il ventennio fascista era stato impegnato in attività di opposizione al regime, che gli erano valse il carcere e il confino. Parolari, nato l’11 ottobre 1909 a Chiarano, sopravvisse alla guerra e alla Resistenza, e s’impegnò negli anni successivi a ricordare e testimoniare gli eventi e i valori che avevano ispirato le azioni dei partigiani.
Nel 2014, in occasione della commemorazione ufficiale dei Martiri del 28 Giugno, le Amministrazioni comunali di Arco, Nago-Torbole e Riva del Garda hanno inaugurato una targa proprio ai Gorghi in memoria della lotta partigiana e dell’impegno di Parolari, ricordando in particolare un evento che colpì la sua famiglia. I tedeschi, che avevano saputo della presenza partigiana a San Giovanni ma non riuscivano a trovarne i rifugi, tentarono di farsi condurre dal Parolari costringendone la moglie Annunziata ad accompagnare dei militari in perlustrazione a San Giovanni. Al tempo la donna era madre da pochi mesi della piccola Lidia, che le fu sottratta e fu trattenuta in ostaggio al comando militare della Gestapo, in attesa di conoscere l’esito del rastrellamento.
Annunziata Parolari non si perse d’animo: si incamminò con passo misurato lungo la strada principale per San Giovanni al Monte, scortata dai militari nazisti, cercando di rallentare il loro cammino senza destare troppi sospetti, per dare tempo alle staffette che, percorrendo il più ripido e veloce Sentiero dei Santi, erano saliti ad avvisare i partigiani dell’accaduto, in modo che potessero nascondere le tracce di attività e mettersi al riparo. La perlustrazione non diede quindi nessun esito e solo dopo diverse ore la signora Parolari poté rientrare ad Arco e riabbracciare la sua piccola Lidia.
Nelle foto, l’inaugurazione della targa ricordo ai Gorghi, il 28 giugno 2014. Nella foto, a destra della pietra con la targa, la signora Lidia Parolari, figlia di Giovanni e Annunziata, che, neonata, fu trattenuta in ostaggio al comando militare della Gestapo.

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