L’elicottero non arriva per la nebbia, il parto avviene in casa

Claudio Chiarani26/11/20193min
Marcia su Trento contro la chiusura del punto nascite di Arco

Anche le valli limitrofe all’Alto Garda possono soffrire la carenza di una continua assistenza alle partorienti. Per quello che riguarda il punto nascite dell’Ospedale di Arco tutto tace, mentre prosegue la politica sanitaria delle emergenze gestite con l’intervento dell’elicottero. Il mezzo, pur se veloce ed efficiente, è costretto a rimanere a terra in caso di avverse condizioni meteo anche se un bambino ha fretta di nascere. Sarà quindi la fortuna che aiuta e fa in modo che tutto vada per il meglio.
Il fatto è avvenuto l’altro giorno a Daone, il più antico delle Giudicarie, alle quattro di mattina con la la signora Martina Nella, consorte di Patrick Ghezzi, che inizia il veloce travaglio. Il marito chiama la CUE (la Centrale Unica di Emergenza) al 112 da dove gli dicono che l’elicottero non può alzarsi in volo a causa della fitta nebbia. Vista l’urgenza dal Cue “insegnano” come fare la marito. Hermann nasce col cordone ombelicale attorno al collo, ma grazie al sangue freddo di Patrick e alle istruzioni degli operatori dal Cue tutto si conclude nel più felice dei modi. Ma se dall’altra parte del telefono non ci fosse stato un uomo preparato alle emergenze come una Guida alpina cosa poteva succedere?
A parto ormai completato sono giunti sul posto i volontari dell’Associazione Ambulanza di Storo e il personale medico di Trentino Emergenza in arrivo da Tione. Ma il travaglio è durato anche nel viaggio verso l’ospedale Santa Chiara di Trento, che è stato una vera e propria Odissea. L’ambulanza si è dovuta fermare tre volte causa del “mal d’auto” dell’ostetrica e, dulcis infundo, arrivati a Trento il conducente dell’ambulanza ha pure sbagliato strada. L’arrivo al Santa Chiara è stato dopo tre ore dalla prima chiamata. Ora il piccolo Hermann è coccolato da mamma Martina ed entrambi stanno bene.
Il fatto di Daone pone ancora una volta sul piatto della bilancia la mancanza di un reparto ad Arco, città decisamente più vicina di Trento a Daone dove, invece, Patrick, la moglie e il nascituro sono arrivati alle sette di mattina. Più volte è stato detto che l’ospedale di Arco ha necessità di riaprire il reparto nascite, ma i tagli alla sanità, i “freddi numeri” dicono che non conviene. Certo, magari nella Busa la nebbia non è fitta come in val Daone e l’elicottero arriva senza problemi, però non si può rischiare che un neonato non venga al mondo perché i “freddi numeri” dicono che, sia ad Arco sia a Tione (ospedale più vicino a Daone) un presidio di ostetricia non si debba istituire.

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