Le opere degli artisti trentini a Burano in mostra a Canale di Tenno
20
«Sull’isola del silenzio. Artisti trentini a Burano, 1909-1919» è il titolo della nuova mostra della Casa degli artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno.
Il contributo degli artisti trentini alla formazione della prima Scuola di Burano è poco noto. Il ruolo del pittore Umberto Moggioli (Trento, 1886-Roma, 1919), in particolare, fu determinante nel dare un senso alla scelta di molti di trasferirsi dai clamori della Laguna (nel clima accademico di un’arte consacrata che l’Esposizione internazionale d’arte ai Giardini di Venezia rappresentava) a Burano, la piccola isola di pescatori che fa vita a sé, dove in inverno la bora (dalla quale secondo la leggende deriva il nome dell’isola) è gelida e dove in primavera la luce è freschissima. «Quando vado a lavorare dal vero – scrive il pittore alla madre nel 1905 – esco sempre da solo. Per me è il più grande divertimento lavorare in riva al mare e vedere tutto quello spazio immenso […] Comincia, quando leva e tramonta il sole, a tingersi tutto d’arancio e nell’acqua, specialmente quando è mossa, si vedono tutti i colori dell’iride».
La ricerca del silenzio (il titolo della mostra è quello di un dipinto di Moggioli, del quale in mostra si può ammirare lo studio) e di una nuova poetica pittorica sono alla base della scelta intorno alla quale si condensano, come le nebbie a filo d’acqua, una serie di relazioni significative con altri artisti. Il primo è certamente il rivano Luigi Pizzini (Riva del Garda, 1884-1977), formatosi all’Accademia di belle arti di Brera e di due anni più vecchio di Moggioli, che per seguirlo sull’isola è costretto a chiedere un prestito, stabilendosi con proprio studio a Mazzorbo, la piccola isola collegata a Burano da un lungo ponte, lo stesso che Moggioli immortala nell’opera “di azzurri vestita” «Il ponte verde».
Moggioli e Pizzini resteranno sull’isola fino allo scoppio della prima guerra mondiale. La presenza di Pizzini sull’isola spesso non è citata dalle fonti, nonostante le tante opere da lui realizzate in quegli anni e le lettere scambiate con Moggioli. Al gruppo si aggiungeranno il perginese Tullio Garbari (Pergine Valsugana, 1892-Parigi, 1931), regolarmente iscritto all’Accademia di belle arti di Venezia, Gino Rossi (Venezia, 1884-Treviso, 1947), Pio Semeghini (Quistello, 1878-Verona, 1964), Arturo Martini (Treviso, 1889-Milano, 1947) e, con visite saltuarie, Luigi Scopinich (Lussino, Croazia, 1885-Milano, 1959). Tutti gli artisti di Burano guardano con interesse all’esperienza di Ca’ Pesaro, nuovo spazio espositivo nato nel luglio del 1908 con l’intento di favorire i giovani artisti «ai quali è spesso interdetto l’ingresso nelle grandi mostre», com’è la volontà testamentaria della duchessa Felicita Bevilacqua La Masa, che lascia in eredità Palazzo Pesaro alla città di Venezia. Moggioli partecipa alla prima esposizione di Ca’ Pesaro con ben ventotto opere di paesaggio.
In mostra, dal 22 giugno al 13 ottobre, opere di Umberto Moggioli, Luigi Pizzini, Tullio Garbari, Attilio Lasta, Neno Mori, Juti Ravenna, Guido Polo, Augusto Sezanne, Pio Semeghini e Iras Baldessari.
La Casa degli artisti è aperta alla visita dal martedì alla domenica (lunedì chiuso) dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 con ingresso libero.
L’inaugurazione si svolge sabato 22 giugno con inizio alle ore 17.30. Contestualmente si inaugura anche la mostra «De Scultura»: nelle sale degli avvolti opere di Marisa Arese, Giovanni Beretta, Bruna Berlanda, Piera Bertamini, Lucia Brentegani, Flaminia Carbonaro, Rosanna Chiodega, Marco Civiero, Laura Dal Bosco, Elio Dal Pont, Laura Marcolini, Osvaldo Negra, Fausto Franzoi, Roberta Patuzzi, Lorenza Prugnola, Paolo Segalla, Franca Valcanover e Maria Teresa Vivori del Gruppo Arti Visive di Arco, ricordando Eugenia Bertolini, Ottone Calzà, Marco Cainelli, Luisa Pederzolli, Paola Turella e Bartolomeo Gobbi (fino all’11 agosto).