L’associazione “Pinter” ferma i lavori sul Dosso di Ceole

 

1982: il Soprintendente Franco Marzatico pubblicava un interessante studio dal titolo “Reperti ceramici preistorici inediti provenienti da Ceole di Arco”, ben sedici pagine che documentavano l’importanza di quel sito attorno al quale si era scavato per costruire il cementificio, dismesso da anni.
Ebbene, quei reperti oggi sono tornati in bella vista perché su quel dosso si stanno eseguendo lavori di disboscamento che potrebbero distruggere l’antico sito nel quale si trovavano insediamenti d’epoca Romana e dell’Età del Bronzo.
A sollevare la questione è stata l’associazione “Riccardo Pinter” di Riva del Garda con una lettera inviata al Sindaco di Riva del Garda e al Soprintendente ai Beni Culturali della Provincia.
Ai piedi del dosso di San Bartolomeo nel 1201 sorgeva il castello di Ceole (Castrum Ceuli); e il colle, detto Castel, ospitava un castelliere dell’età del bronzo. Numerosi i rinvenimenti archeologici trovati ai piedi (1925) mentre arche romane con corredo furono trovate durante la costruzione della vicina fabbrica di cemento.

“Il dosso di Ceole – scrive l’associazione – è interessato da un’opera di scavo. Si tratta di una sistemazione agricola e boschiva piuttosto impattante anche per quanto riguarda le piante, tanto che su nostra segnalazione i lavori sono stati temporaneamente sospesi”.
Infatti la Soprintendenza ha fermato i lavori di scavo nell’area in attesa di un preciso riscontro sul tipo e le finalità.
“Tali scavi – prosegue la Pinter – potrebbero compromettere in via definitiva le presenze archeologiche sul colle, che si trovano da tempo in un già precario equilibrio, in attesa di uno studio vero e proprio da parte degli archeologi. Del pronto interessamento vogliamo dare pubblico ringraziamento al Soprintendente dottor Franco Marzatico”.
Anche il Comune di Riva del Garda, allertato dalla segnalazione, si è interessato per un controllo sulla natura dei lavori agricoli in quella zona archeologica.