Industrie Alto Garda: premio aziendale alle Cartiere di Riva, incertezze per la Dana di Arco

Nicola Filippi10/06/20254min
20190629IMG_7586 RIVA CARTIERA DEL GARDA


 

Dopo mesi di trattative, a tratti anche molto tese, è finalmente arrivata la fumata bianca: alle Cartiere del Garda è stato firmato il nuovo accordo sul Premio di Risultato, il cosiddetto “PdR”, che premia i lavoratori in base agli obiettivi raggiunti dall’azienda. Con l’intesa firmata, è stato anche revocato lo stato di agitazione iniziato a febbraio. Una buona notizia, insomma. Ma non è tutto rose e fiori.

L’accordo, infatti, è passato con un larghissimo consenso tra i presenti all’assemblea: 180 sì, 12 no e 2 astenuti. Ma solo 194 lavoratori su 467 hanno partecipato al voto, poco più del 41%. Un dato basso, che fa riflettere. Nonostante l’importanza dell’intesa e il fatto che le assemblee fossero retribuite, molti hanno scelto di non esserci. Un segnale che merita attenzione.

Cosa prevede l’accordo?
Oltre a un aumento del premio economico rispetto agli anni precedenti (che si aggirava sui 2.800 euro), per la prima volta entra in fabbrica anche una piattaforma di welfare aziendale: ogni lavoratore potrà destinare una parte del premio a servizi o benefit, e l’azienda contribuirà con un 15% aggiuntivo.
Novità anche sul fronte delle tutele per chi si ammala, con regole più chiare e miglioramenti concreti.

I sindacati parlano di un risultato “positivo e unitario”, sottolineando il ruolo della RSU, la rappresentanza interna dei lavoratori, che ha tenuto il punto anche nei momenti più complicati del confronto con l’azienda.

 

 

Ma fuori dai cancelli, il clima resta teso: preoccupa la situazione Dana
Mentre alle Cartiere si tira un sospiro di sollievo, nel resto dell’Alto Garda l’atmosfera resta carica di tensione. A preoccupare è in particolare il futuro degli stabilimenti Dana di Arco e Rovereto, cuore industriale del comparto metalmeccanico trentino.

La multinazionale americana ha annunciato la vendita del ramo “Off-Highway”, che riguarda oltre 950 lavoratori solo in Trentino. A Rovereto è già previsto lo spostamento del 30% della produzione in Messico entro la metà del 2026. Il timore, ora, è che anche altri reparti possano seguire lo stesso destino, con pesanti conseguenze occupazionali.

I sindacati hanno parlato chiaro: «Abbiamo chiesto risposte, ma l’azienda è stata vaga e insoddisfacente». Le assemblee nei due stabilimenti sono in pieno svolgimento, e si guarda con apprensione ai prossimi mesi. La Provincia autonoma di Trento ha assicurato il proprio impegno, ma la strada per difendere produzione e posti di lavoro sul territorio si preannuncia lunga e difficile.

Un territorio industriale che resiste, ma deve essere ascoltato
L’accordo siglato alle Cartiere del Garda è la dimostrazione che il dialogo sociale può funzionare, se c’è volontà da entrambe le parti. Ma la crisi aperta in Dana, insieme ad altre vertenze come quella dell’Alphacan di Arco, segnala che il tessuto industriale dell’Alto Garda e della Vallagarina è sotto pressione.

Oggi più che mai, serve tenere alta l’attenzione. Servono istituzioni vigili, sindacati forti e una partecipazione consapevole da parte di tutti i lavoratori. Perché il lavoro non è solo un contratto: è dignità, è futuro, è comunità.