Incontro Sindaci e PAT sull’Ospedale di Arco, il sindaco Betta “giustifica” l’assenza

Alla fine è arrivato il comunicato dell’Amministrazione comunale di Arco. Un tentativo – piuttosto affannato – di mettere ordine e, forse, salvare la faccia dopo l’assenza fin troppo rumorosa del sindaco Alessandro Betta all’importante incontro con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l’assessore alla sanità Mario Tonina scesi ad Arco per annunciare l’investimento di ben dieci milioni di euro per la riqualificazione dell’ospedale arcense, un progetto atteso da anni. Erano presenti tutti i Sindaci dell’Alto Garda e Ledro tranne, appunto, quello di Arco.
Betta tiene a precisare che la Giunta ha sempre avuto un giudizio “del tutto favorevole” verso l’ampliamento del nosocomio e che anzi, da tempo, era in contatto con la Provincia sui dettagli del progetto e sulla provenienza dei fondi. “Soddisfazione” è la parola chiave, ripetuta più volte, quasi a voler scacciare ogni ombra di polemica.
Eppure, il comunicato ha il sapore amaro di una pezza a colori. Perché è difficile credere che un “contrattempo del tutto fortuito” possa giustificare la mancanza di rappresentanza istituzionale in un’occasione tanto simbolica. Difficile anche non notare come la spiegazione sia arrivata soltanto dopo che il malumore, sui social e non solo, aveva cominciato a montare.
Sul piano politico, poi, Betta cerca di rivendicare il ruolo attivo del Comune nel sollecitare l’intervento sull’Ospedale, prendendo le distanze dall’ipotesi – ora accantonata – di utilizzare l’edificio Le Palme, da sempre considerato “non idoneo”. Un modo elegante per ribadire che la strada intrapresa oggi è quella giusta, ma anche per sottolineare, neanche troppo velatamente, come in passato le scelte della Provincia non sempre siano state pienamente condivise.
In ogni caso, il progetto di ampliamento dell’ospedale di Arco rappresenta senza dubbio una buona notizia per il territorio. Resta però il retrogusto amaro di una politica che, ancora una volta, si fa notare più per le assenze che per la capacità di costruire e condividere con i cittadini i successi raggiunti.
Dopo tutto, ai tavoli che contano, la presenza – anche simbolica – ha ancora il suo valore. E giustificarsi a posteriori, magari affidandosi a qualche riga sui social, rischia di suonare più come una toppa che come una spiegazione.