Il vallo tomo al monte Brione: avanti tutta

Alessandro Betta lo aveva detto all’indomani della frana che ha causato il distacco di circa un centinaio di metri cubi dal monte Brione, massi e detriti finiti per fortuna in gran parte sulla volta della galleria paramassi realizzata dalla Provincia nel 1983 nei pressi dell’hotel Baia Azzurra: “E ora che mi dicano che il vallo tomo non è da fare”. Detto, fatto. Il primo cittadino di Arco ha mandato una missiva ai tecnici comunali affinché si parta con i lavori di realizzazione dell’opera di protezione degli insediamenti abitativi e residenziali sulla statale del Linfano, che da Torbole porta alla zona industriale di Arco, nella quale chiede che si prepari entro breve il contratto d’appalto e i lavori possano iniziare. Alcuni giorni fa il Brione ha scaricato a valle 100 metri cubi di materiale senza far male a nessuno, ma non si può pretendere che vada sempre così, qualcosa va sicuramente fatto. Ecco, dunque, la mossa di Betta volta al rapido avvio delle pratiche. I reperti storici trovati in loco, secondo il direttore del Museo Storico di Rovereto della Guerra, sono stati classificati come di “poca importanza storica” (almeno quelli ubicati dove sorgerà il vallo tomo), dunque si può partire. Le vestigia ritrovate sarebbero di una seconda linea di difesa eretta cento anni fa, dunque di minor rilevanza storico-culturale, per cui il vallo tomo non andrebbe ad alterare i valori legati al periodo della Grande Guerra. L’idea, a salvaguardia della memoria, è quella di creare una specie di parco didattico che spieghi come in loco come si sia combattuto. Si vedrà come il “conflitto” tra memoria e sicurezza andrà a finire. Comunque presto, vista la pericolosità insita di un monte di arenaria instabile come il Brione.