Orso sui monti di Dro, niente gita dell’Oratorio al lago Bagatoli. I Sindaci: “Servono azioni concrete”

Nicola Filippi17/07/20246min



 

L’assessore provinciale all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca Roberto Failoni si è recato all’ospedale Santa Chiara di Trento per incontrare il turista francese aggredito martedì 16 luglio in località Naroncolo, nel comune di Dro. “Ho voluto manifestare, di persona, la vicinanza mia e dell’intero Esecutivo provinciale, e verificare le sue condizioni di salute – queste le parole dell’assessore – Ho incontrato una persona eccezionale, tranquilla e in buone condizioni generali. L’augurio è che possa presto lasciare l’ospedale e ricongiungersi ai suoi cari”.
Intanto l’orso ha fatto perdere le proprie tracce. “Nelle primissime ore mi sono concentrato sulle condizioni della persona ferita – spiega il sindaco di Dro, Claudio Mimiola – ora invece bisogna capire quale animale ha aggredito il turista francese e capire come agire in modo corretto. L’ho ribadito sia in Provincia sia alla Forestale. Io voglio che i miei concittadini siano sicuri di fare qualsiasi tipo di attività e di strada”.
Il sentiero della Campagnola, dove è avvenuta l’aggressione del plantigrado, non è fuori dal paese, non è in alta montagna. “La strada di Campagnole e quella dei Molinei sono sentieri frequentatissimi, arterie principali dei percorsi di mountain bike del Garda Trek, ogni giorno in stagione ci passano migliaia di persone – spiega ancora il sindaco Mimiola – anche lo stesso sentiero che sale al Crozolam. Di giorno è un formicaio”. Quello che preoccupa il primo cittadino di Dro è il fatto che l’orso è sceso così in pianura. “Ho chiesto anche ai miei genitori, ma l’orso sul territorio di Dro non si era mai visto prima. Qualcuno dice che c’era nel 1800, ma dal 1900 in poi non ne abbiamo traccia. Questo non è un territorio da orsi. Se mi dici il Lomaso, le Giudicarie posso capire. Ma anche in quei territori l’animale sta girando per orti e campagne e arriva in paese. È ora di pensare a una selezione scientifica di questi animali troppo confidenti. Come già succede per caprioli e cervi, ché altrimenti te li troveresti al tabacchino sotto casa”.
Sospesa in via precauzionale l’uscita prevista al lago Bagatoli organizzata dal parroco di Dro con un centinaio di ragazzi. “Ci siamo confrontati con il parroco e abbiamo deciso di sospendere la gita, finché la situazione non rientra nella normalità – conclude il sindaco Mimiola – anche se c’era la disponibilità dei custodi forestali di seguire la comitiva e la presenza di cento ragazzini avrebbe spaventato qualsiasi animale nel bosco”. La sicurezza delle persone, in primis.
Il tema degli orsi, sempre più confidenti e presenti anche a basse quote, inizia a preoccupare gli amministratori locali. I quali ipotizzano l’uso di strumenti più incisivi per mitigare la presenza dei plantigradi più umanizzati nei nostri boschi. Se da un lato, Trentino Marketing ha studiato una campagna di informazione ad hoc, con cartellonistica e opuscoli informativi in tutte le Apt del Trentino e con una campagna mirata sui social, gli amministratori locali si trovano ad affrontare il malumore e le paure dei concittadini. Da maggio ad oggi, gli avvistamenti di orsi nei nostri boschi o nelle campagne dell’Alto Garda e Ledro sono stati quasi quotidiani. Il caso più grave è avvenuto martedì 16 luglio, a Dro.
Il sindaco di Arco, Alessandro Betta chiede ufficialmente alla Provincia di istituire, come agli esordi del progetto “Life Ursus”, un comitato scientifico formato da esperti per spiegare come affrontare la situazione. Soprattutto per evitare una nuova tragedia, come quella di Andrea Papi, ucciso da un orso nel 2023 mentre si allenava su un sentiero dietro casa, in val di Sole.
Di “intervento drastico” invece parla il sindaco di Ledro, Renato Girardi. L’orso è diventato troppo confidente, si avvicina troppo ai centri abitati e deve essere abbattuto, ripete alla stampa. La priorità deve essere sempre la vita umana. Quanto alla preservazione della specie, ormai il Trentino ha raggiunto l’obiettivo ed è ora di pensare a tutelare le persone.
Anche per la sindaco di Riva, Cristina Santi, è giunto il momento di intervenire. A livello provinciale con la legge Failoni è stato un passo avanti, spiega il primo cittadino di Riva, ma occorre spostare l’attenzione sull’Europa e chiedere una nuova norma per consentire l’abbattimento dei plantigradi troppo “amichevoli”, in aumento rispetto alla popolazione totale, cresciuta negli ultimi anni in maniera esponenziale e incontrollata. Di selezione scientifica parla invece il sindaco di Nago-Torbole, Gianni Morandi, il quale chiede alla Provincia di ridurre gli animali troppo confidenti. La sindaca di Drena, Giovanni Chiarani, punta invece sull’informazione e sulla formazione, per ridurre le situazioni di pericolo.

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