IL REPARTO DI PROCREAZIONE MEDICA ASSISTITA DI ARCO È “UN’OFFESA ALLA DIGNITÀ UMANA”

Il “Movimento trentino per la Vita” lancia una “pesante” accusa contro il reparto arcense di Procreazione Medica Assistita: “un’offesa inaccettabile per la dignità umana”. Una dura presa di posizione, dunque, verso il reparto di fecondazione artificiale assistita, che solamente una settimana fa è stato inaugurato alla presenza dell’assessore alla Sanità Luca Zeni e del sindaco di Arco Alessandro Betta. Nella nota trasmessa alla stampa il Movimento del presidente Mauro Sarra afferma che dietro alla facciata si nasconde una “scienza” che non si cura del vero problema, ossia l’infertilità umana, bensì esegua una sorta di “by pass” affidandosi alle tecniche di procreazione non soltanto omologhe (quando il seme e l’ovulo utilizzati nella fecondazione assistita appartengono alla coppia di genitori del nascituro, il quale presenterà quindi un patrimonio genetico ereditato da coloro che intendono allevarlo) ma anche della tecnica eterologa (si ricorre a questa tecnica quando uno dei due genitori è sterile e, per arrivare a una gravidanza, occorre usare un gamete, un ovulo o uno spermatozoo, di una terza persona, cioè il donatore). Effetti tutti negativi, dunque, per il movimento alla Vita anche sulle attese dei futuri genitori, per i quali la Provincia deve assolutamente ripensare alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita, la PMA appunto, al fine di arrivare al traguardo che ci si auspica, trovare la vera cura dell’infertilità umana come oggi avviene, ad esempio, al Policlinico Gemelli di Roma.