Il racconto della violenza sulle donne: un corso per i giornalisti
Saper raccontare in maniera corretta ed efficace il fenomeno della violenza sulle donne è una competenza molto importante per le giornaliste e i giornalisti che necessitano, per la loro narrazione, di possedere una precisa conoscenza del fenomeno, nelle sue varie forme e manifestazioni, oltre che nelle sue diverse implicazioni culturali.
Da questa premessa nasce un corso di formazione rivolto alle giornaliste e ai giornalisti, che si è tenuto a Trento presso la sede di Tsm, dal titolo “Il racconto della violenza sulle donne: impatto sulla percezione culturale del fenomeno e buone prassi nella comunicazione giornalistica”, organizzato dalla Provincia-UMSE Pari opportunità, prevenzione della violenza e della criminalità in collaborazione con Trentino School of Management, l’Ordine e il Sindacato dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol, il Commissariato del Governo e la Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo.
Il procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi ha evidenziato quanto sia difficile per le donne rivolgersi alle forze di polizia per denunciare anni di sofferenze psicologiche, fisiche ed economiche. “In Trentino – ha detto Raimondi – c’è grande collaborazione fra le varie istituzioni per contrastare il fenomeno. Pensiamo, ad esempio, al servizio di assistenza psicologica, attivo ogni giorno per tutto l’anno, che affianca gli agenti di polizia giudiziaria nell’ascolto delle donne vittime di violenza. Purtroppo – ha detto il procuratore – esiste ancora un retaggio culturale, che si manifesta anche attraverso la comunicazione e anche in alcune sentenze scritte dalla magistratura, che tende a colpevolizzare le vittime. Per questo occorre fare molta attenzione al linguaggio che si utilizza”.
“Per noi è complicato – ha detto il questore di Trento, Maurizio Improta – comunicare i drammi familiari. L’attenzione su questo fenomeno, purtroppo, è attiva solo alcuni giorni dell’anno mentre ci vorrebbe un impegno costante e l’interesse ad educare. Bisogna comprendere – ha detto ancora Improta – cosa c’è dietro il nostro lavoro, perché noi siamo i primi a intervenire. Ogni iniziativa o progetto che possano aiutare a sensibilizzare e a educare sono dunque molto importanti, soprattutto se rivolti alle scuole e alle famiglie.
Il corso, a cui hanno partecipato più di quaranta giornaliste e giornalisti, ha voluto approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza sulle donne, introducendo e inquadrando l’argomento in maniera generale, presentando i dati sul territorio trentino, per poi proseguire in un approfondimento legato alla comunicazione giornalistica scritta e visiva con un particolare focus sul linguaggio della violenza.