Il Presidente di Amsa consulente per l’area Cattoi? Le opposizioni: “Poco opportuno”

Claudio Chiarani09/10/20224min
20180918_DSC9655 RIVA AREA CATTOI HANZ PETER HAGER PAOLO SIGNORETTI

 

Duro “attacco” da parte delle due consigliere comunali di Civica Olivaia Arianna Fiorio e Chiara Parisi contro Renato Veronesi, presidente di Amsa, la società “In House” del Comune di Arco. Al “j’accuse” delle due consigliere messo “nero su bianco” in una nota di stampa congiunta, si aggiungono i referenti territoriali di Europa Verde e Verdi Alto Garda Erica Cavagna e Marco Piantoni, uniti nell’affermare, a loro parere, quanto sia inopportuno che Renato Veronesi sia consulente per la società VR 101214 dell’imprenditore Paolo Signoretti e del suo socio Heinz Peter Hager a proposito dell’area ex Cattoi. “L’aver appreso che Renato Veronesi è consulente, della parte privata, nella partita dell’ex area Cattoi reiterando così l’intreccio tra politica e imprenditoria non è una buona notizia”. Inizia così il comunicato stampa congiunto arrivata in redazione che con toni molti duri nei confronti dell’ex sindaco Renato Veronesi in merito alla “partita” su quell’area pregiata, abbandonata da anni e per la quale solamente dopo l’acquisto da parte dei privati qualcosa ha iniziato, questo va detto, a “muoversi.” Area, ricordiamolo, che è stata regolarmente acquisita dalla società VR 101214 e sulla quale è l’amministrazione comunale di Riva del Garda che sta cercando di “giocare” una difficile partita.

A detta delle due consigliere e dei rappresentanti firmatari nella nota inviata alla stampa, “Che Veronesi, presidente Amsa (socio unico il Comune di Arco) e quindi con mandato fiduciario della cittadinanza arcense, assuma a Riva l’incarico di consulente “facilitatore” di imprenditori privati attori nell’operazione ex Cattoi, una delle più controverse dell’ultimo decennio, è inopportuno e denota una certa carenza di etica dato che, tra l’altro, si tratta di imprenditori che hanno intentato cause milionarie nei confronti di amministratori locali rei, ai loro occhi, di aver ostacolato la loro operazione”. Insomma e sempre a loro dire, Amsa, società che dovrebbe occuparsi di altro, come le “partite” ex macello e l’intero compendio ex oratorio, la piscina di Prabi, i volumi inutilizzati dell’ex stazione delle corriere, ossia le priorità arcensi, si ritrova, invece, ad avere un presidente consulente in altre operazioni immobiliari del territorio. Invece di perseguire le finalità di una società (Amsa) che, almeno sulla carta, si dovrebbe occupare delle sole finalità istituzionali quali i servizi pubblici e d’interesse comunale s’interessa d’altro. “Amareggia – si legge nel finale della nota congiunta – assistere al poco impegno sugli immobili pubblici che porta poi a giustificare la loro dismissione a favore dei privati “non ci sono soldi, costano troppo, solo il privato può investire” anche se spesso l’investimento viene incentivato grazie alla concessione di nuove cubature che sono, in fondo, una risorsa pubblica.”.

Insomma, il privato può e il pubblico non riesce, sintetizzano Fiorio, Parisi, Cavagna e Piantoni, con il “volto” di Amsa che dovrebbe cambiare: “Se poi aggiungiamo la paralisi di Amsa – chiude la nota – e le modalità di gestione del progetto piscina riteniamo che forse sarebbe ora che la presidenza Amsa cambi volto”.

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