“Onda” attacca i Comuni di Riva e Arco: “Due teatri sono troppi”
“Un Teatro? Forse sì. Due però sono troppi”. Così la pensano Stefano Santorum, Giovanna Chiarani, Daniele Monetti e Johnny Perugini. In un comunicato stampa, analizzano costi e benefici delle due opere pubbliche in fase di costruzione nei comuni di Riva del Garda e Arco. Per la comunità altogardesana che attende da anni opere e soluzioni strategiche per la viabilità e i trasporti, che vede il proprio presidio sanitario smantellato anno dopo anno, che soffre per la mancanza di alloggi per i residenti, che è preoccupata per le casse integrazioni delle grandi fabbriche della zona, la costruzione di due teatri è davvero la priorità? Forse è il caso di cominciare ad investire sulle vere risorse di questo territorio, quelle umane! Se l’obiettivo è promuovere cultura, naturalmente”, scrivono i quattro rappresentanti del gruppo politico “Onda Alto Garda e Ledro”.
“Non possiamo che concordare con Gualtiero Toniolo sull’importanza del teatro per le comunità e i territori: un’arte che è nella nostra più bella tradizione e che va promossa, tramandata e difesa a presidio della Cultura con “c” maiuscola – spiegano ancora – Specialmente in tempi come questo – in cui la cultura si fa intrattenimento e l’intrattenimento si fruisce quasi unicamente sul divano di casa propria attraverso gli schermi delle piattaforme di streaming – la potenza di uno spettacolo “umano” dal vivo con le emozioni che sa risvegliare non può che essere vitale per i cittadini. Finora il testimone è stato portato avanti dalle piccole associazioni e filodrammatiche che da anni operano nel territorio nei piccoli teatri di Dro, Nago, Arco, ecc… Cosa cambierà per loro? La domanda che ci facciamo è sempre la stessa: “Come?”
“Il polo congressuale di Riva del Garda, con un finanziamento di 28+13 milioni di denaro pubblico (che però non sono sufficienti a coprire i costi di tutta l’opera) porterà in città anche un teatro all’avanguardia, con una torre scenica alta 25 metri – sottolineano ancora – Contemporaneamente anche la città di Arco sta costruendo (dentro una falda di acqua!!!) una grande sala con scopo simile e che ad oggi è costata circa 8 milioni (con impiantistica, attrezzaggio e arredi si salirà verso i 10 milioni di euro)”.
“Quando si progettano opere di questa portata finanziate col pubblico denaro, non sarebbe necessario avere una visione d’insieme visto che l’Alto Garda per molti servizi è ormai un unico grande territorio? Non sarebbe stato più saggio che i due comuni avessero dialogato e concordato, senza farsi un’inutile concorrenza? Perché a parte i costi di realizzazione, i costi di gestione sono poi altissimi, se non proibitivi. L’esito della vicenda della Music Arena di Trento, con il buco milionario e il commissariamento, sia da monito agli amministratori – sottolineano – Servivano proprio due strutture parallele in un territorio come il nostro quando i due teatri maggiori di Trento e Rovereto già faticano a sostenere le loro reciproche rassegne teatrali? E, al di là dell’imbarazzante rimpallo di responsabilità tra centrodestra e centrosinistra, una torre scenica di quella dimensione è ancora giustificata viste le possibilità oggi offerte dalle agili tecniche digitali che la rendono superflua? Senza poi parlare del caos traffico e dell’impatto paesaggistico, anche per la poco felice localizzazione in una fascia lago che dovrebbe finalmente indurre i decisori al rispetto e alla rigenerazione (il paesaggio non è una delle squisite caratteristiche della nostra cultura?)”.