Il Covid ha segnato il mercato del lavoro: il comparto del turismo il più colpito
“In un anno segnato, nei momenti più bui, dalla chiusura delle attività produttive ritenute non essenziali e dalle forti limitazioni agli spostamenti delle persone, il mercato del lavoro nazionale e provinciale ne è uscito fortemente compromesso. Il Trentino ha però offerto segnali importanti di ripresa quando la pandemia ha permesso la riapertura delle attività. Ripensare le politiche del lavoro in un contesto inedito come quello attuale, risulta essere la sfida che la pubblica amministrazione e le organizzazioni private sono chiamate ad affrontare per fronteggiare la pandemia e la post-pandemia”. L’assessore provinciale allo sviluppo economico e al lavoro, Achille Spinelli, sintetizza così il 35° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento e fissa le priorità: “Turismo e pubblici esercizi sono i settori più colpiti mentre per il mercato del lavoro la nostra attenzione andrà a donne e giovani, le fasce che maggiormente hanno risentito della crisi da Covid”.
Il 35° Rapporto sull’occupazione in Trentino evidenzia l’impatto della pandemia Covid sul mercato del lavoro e, più in generale, sull’economia della nostra provincia. A seguito dei diversi andamenti trimestrali, nell’insieme dei nove mesi del 2020 gli occupati in provincia di Trento rispetto l’anno prima sono calati di 3.200 unità e il numero dei disoccupati medi è rimasto sostanzialmente stabile (-200). Il tasso di occupazione è calato di 1,1 punti percentuali, al 67,3%, quello di disoccupazione è rimasto invece fermo al 5,2% (5,4% nel Nord-Est e 9,0% in Italia). La domanda di lavoro delle imprese trentine – dopo anni molto positivi – subisce il contraccolpo dell’epidemia Covid-19 e cala soprattutto nel terziario e secondario, ma non in agricoltura. Complessivamente rispetto a gennaio-settembre del 2019 si contano oltre 14.200 assunzioni in meno per una variazione negativa del 12%.
La fotografia sui dati e i principali indicatori economici restituisce al contempo un quadro caratterizzato da importanti segnali di speranza, soprattutto se raffrontato con il contesto nazionale: il Trentino presenta un tasso di attività (71,1%) largamente superiore alla media nazionale (63,9 %), così’ come il tasso di occupazione (67,3% contro il 58,0% nazionale), mentre il tasso di disoccupazione registrato nei primi 9 mesi del 2020 è pari a quello 2019 (5,2% contro il 9,0% nazionale), quando la pandemia non era ancora emersa. Il dato migliore rimane la capacità di risposta del settore economico, avvenuta nel terzo trimestre 2020 che ha consentito alla nostra provincia di recuperare in parte il calo registrato nel mercato del lavoro nei mesi precedenti dovuto al lockdown e alla prima ondata della pandemia.
Le imprese.
L’andamento generale delle imprese, nel primo semestre dell’anno, evidenzia cali intorno alle due cifre per produzione, fatturato, ore lavorate e ordinativi totali. Nel terzo trimestre – ovvero i mesi estivi da giugno a settembre – si registra un significativo recupero, nonché segnali di crescita per alcuni indicatori, quali l’occupazione e il fatturato complessivo.
I comparti, che nel terzo trimestre hanno concorso in maniera rilevante alla ripresa, sono le costruzioni e il commercio all’ingrosso che tornano con variazioni positive su base annua.
Il comparto del turismo è il più colpito, con una forte flessione degli arrivi e delle presenze presso le strutture alberghiere ed extralberghiere, sia nella stagione invernale (tra il -20% e il -21% circa), che in quella estiva (tra il -27% e il 30% circa). Discorso analogo vale per le imprese dei pubblici esercizi (bar e ristoranti, ad esempio), investiti dalle disposizioni restrittive riguardanti la circolazione e gli assembramenti delle persone.
Il 35° Rapporto sull’occupazione sembra indicare che la crisi economica indotta dalla prima ondata di Covid non ha scalfito le imprese a livello strutturale e che per le stesse la migliore cura è rappresentata dalla riapertura delle attività.