Il Comune di Arco riduce del 50% la tariffa rifiuti 2020 non domestica
Il Comune di Arco ha utilizzato l’avanzo di bilancio per abbattere del 50% la rata di marzo della Tassa sui rifiuti (Tari) per le utenze non domestiche, che diversamente sarebbe doppia, comprendendo anche la rata di settembre 2020, che a causa dell’emergenza sanitaria è stata a suo tempo prorogata dal Governo.
In sostanza, per le utenze non domestiche, si dovrebbe versare grosso modo una rata usuale, formata dal 50% della rata in scadenza a settembre 2020 più il 50% della rata di marzo 2021. Nella serata di mercoledì 10 marzo, a seguito di un apposito incontro tecnico delle amministrazioni comunali dell’Alto Garda e Ledro con Gestel (la società che gestisce le entrate di alcuni enti locali), nella persona del presidente Alberto Bonisolli, si sono approfondite le possibilità di intervento sulla tariffa dell’anno 2021. La decisione del Comune di Arco, che ha già a bilancio 120 mila euro per questa destinazione, è stato possibile confermarla.
«Per una parte di utenza -spiega l’assessora a bilancio, tributi e tariffe Francesca Modena- e in particolare quella non domestica, che ha risentito in maniera pesante del lockdown dell’anno scorso, il Governo aveva dato la possibilità ai Comuni di abbattere la rata 2020, cosa che Arco aveva fatto. Invece per le utenze domestiche la rata è stata solo posticipata, iniziativa certo gradita in settembre ma che ora avrebbe portato alla conseguenza per i cittadini di dover pagare una rata doppia. Nella riunione con Gestel abbiamo analizzato le possibilità di intervento sulla tariffa 2021, fermo restando l’incertezza sull’orientamento del Governo sul consentire ai Comuni di utilizzare l’avanzo per abbattere la Tari anche nel 2021. In generale, il nostro orientamento è valutare tutto ciò che è possibile fare per andare incontro alle difficoltà dei contribuenti, stante una situazione sanitaria ancora pesante che ha portato e presumibilmente porterà ancora per parecchio tempo a notevoli restrizioni, con le relative conseguenze sull’economia. Un’altra possibilità è la riduzione della quota variabile, che il Governo aveva concesso l’anno scorso; se lo farà anche per il 2021, il Comune di Arco farà certamente la sua parte».