IDEA PER LA CICLABILE DEL GARDA: UN TUNNEL IMMERSO
L’idea è decisamente affascinante e, se volere è potere, quello che viene proposto dal Comitato presieduto da Donato Riccadonna per superare il “nodo” della ciclabile all’ex Casa della Trota sulla Gardesana a Riva del Garda è molto futuristico. Per illustrare il cosa e il come ci ha pensato Arianna Minoretti, ingegnere capo responsabile degli studi sul “Ponte di Archimede” che lavora per l’Ente statale norvegese, impegnato nell’idea di costruire una strada sott’acqua al posto dei traghetti che oggi sulla direttrice E-39 trasportano le auto da una costa all’altra per superare i Fiordi. La serata di giovedì 10 ottobre aveva lo scopo puramente illustrativo di cosa sia il ponte di Archimede, idea anche datata perché la prima proposta risale al 1886, ovvero sfruttare la spinta di Archimede di una struttura immersa in un liquido per bilanciare i carichi verticali. L’ingegnere ha spiegato il concetto fornendo nozioni tecniche e non, un’illustrazione ascoltata dalle quasi cento persone presenti alla serata organizzata dal Comitato Giacomo Cis. In sala molti amministratori e politici rivani e arcensi (qualcuno anche della sponda veronese perché si vorrebbe collegare l’isola di Trimelone alla ciclabile che passa per il Comune di Brenzone), il sindaco di Arco Alessandro Betta, il vicesindaco di Riva Mario Caproni e il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder. Poi, nella seconda parte, la parola ai presenti per chiarimenti e domande. Un progetto che si potrà fare per superare il nodo della Casa della Trota? “Si, se la Provincia lo vorrà – ha detto Pietro Matteotti – ma vedo che i ritardi che si stanno accumulando anche per il solo riaprire il tratto chiuso della vecchia Gardesana da Riva a Sperone lascia molto a desiderare sulla volontà di poter pensare ad un tunnel subacqueo che superi il compendio privato”.