I Vigili del Fuoco volontari di Arco e di Riva del Garda abilitati al soccorso Speleo Alpino Fluviale

Redazione24/06/20173min
SAF 01

Dopo due weekend di corsi, per un totale di 36 ore, undici vigili del fuoco appartenenti ai corpi dei vigili del fuoco volontari di Arco e di Riva del Garda potranno fregiarsi di essere abilitati al grado 1A del corso di tecniche SAF (Speleo Alpino Fluviale). Il corso fornisce le nozioni di base (come per tutti i volontari d’Italia) per operare in sicurezza con l’ausilio di corde sia in eventi incidentali nell’ambiente industriale, come sulla facciata di una casa o ancora penzolando da una autoscala per recuperare un ferito con la apposita barella.
Lavorare agganciati a due corde grosse quanto il dito indice di una mano significa doversi fidare dei nodi e degli ancoraggi che si sono approntati prima della calata e saper utilizzare nel migliore dei modi i tanti ausili che il mercato dell’alpinismo offre. In più, anche in questo corso, è fondamentale il lavoro di squadra. L’organizzazione di questo corso è stata possibile grazie alla disponibilità di un formatore (in pensione) abilitato del Corpo Nazionale.
Ci si è dovuti infatti rivolgere fuori regione in quanto la dirigenza della SPA, la scuola provinciale antincendi del Trentino, dopo varie richieste ufficiali per l’organizzazione di detto corso (come anche per altri) non si è resa disponibile all’effettuazione nemmeno a pagamento.
I comandanti in qualità di responsabili dei corpi e quindi dei loro vigili devono, come previsto dalle norme attuali (Decreto 13 aprile 2011 ” disposizioni in attuazione dell’art. 3 , comma 3-bis, del decreto legislativo 9 aprile, n°81, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) formare, informare e addestrare i propri volontari per le mansioni da loro svolti e per tutte le dotazioni in uso necessarie per gli interventi di istituto.
Questi corsi se da una parte servono sì ad aumentare le capacità del singolo vigile del fuoco dall’altra forniscono abilitazioni riconosciute e certificate per abilitare il vigile volontario allo svolgimento degli interventi richiesti sul territorio. Ma anche, ed in modo particolare, a tutelare almeno parzialmente il comandante (che in questo caso è assimilato ad un datore di lavoro) dalla responsabilità penale di un eventuale incidente durante gli interventi o manovre.
I numeri riescono a evidenziare che un territorio come l’Alto Garda, con i due corpi di Arco e Riva del Garda, che svolgono annualmente oltre 1800 interventi (ad oggi rispetto al 2016 hanno avuto un incremento del 12 %). Tra tutte queste 1800 uscite troviamo tipologie di intervento che spaziano dall’incidente stradale all’incidente in industria, dall’incendio civile a quello industriale passando anche dal soccorso sul lago di Garda.