I Pfas della Maza sotto continua osservazione

Claudio Chiarani07/12/20232min
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Che ci sia una criticità legata al percolato e alla presenza dei famigerati Pfas, ossia le sostanze inquinanti riconosciute colpevoli di alcune brutte malattie, è cosa assodata. Ma che sia per sempre come ha dichiarato alla stampa il sindaco di Arco Alessandro Betta non è detto. A sostenerlo è il direttore generale dell’Agenzia per l’Ambiente Enrico Menapace, il quale risponde alle affermazioni di Betta specificando che il monitoraggio verso l’ex discarica della Maza sul percolato presente è attento e continuo e anche “oggetto” di studio all’Università. Insomma, l’attività di monitoraggio delle sostanze inquinanti è attiva da anni, è costantemente seguita e approfondita da Appa con un nutrito gruppo di ricercatori affiancato dal Dipartimento d’ingegneria dell’Università di Trento. Nel 2024 da questi studi se ne potrà sapere dunque di più di acque reflue, fanghi di depurazione e percolato, tre elementi presenti che accomunano micro-sostanze inquinanti emergenti come i farmaci umani o di uso veterinario oltre ai Pfas, le sostanze Perfluoro Alchiliche divenute purtroppo molto note in questi ultimi anni. Tutto questo, dunque, è sotto la lente d’ingrandimento dell’Appa che è coadiuvata, oltre che dall’Università anche dall’Adep, l’Agenzia per la depurazione. Un “fenomeno”, come si diceva, per il quale si è costantemente in monitoraggio al fine di capire com’è meglio intervenire. Aumentare i limiti? Potrebbe essere, ma la Provincia vuole vederci chiaro con studi molto approfonditi.

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