Generazione Z: i giovani trentini sono aperti, capaci e soddisfatti di sé
Sono i veri nativi digitali, con un rapporto quotidiano con la tecnologia, iperconnessi, sistematicamente presenti sui social e con una percezione consapevole della complessità della società, del mondo del lavoro e del futuro: i giovani della Generazione Z, i ragazzi dai 14 ai 18 anni nati dopo il 2000 e che dunque hanno conosciuto soltanto il terzo millennio, costituiscono la quasi totalità degli studenti che oggi frequentano gli istituti superiori e sono i soggetti attivi di una ricerca promossa e sostenuta dall’assessorato e dal dipartimento provinciale all’istruzione e cultura, realizzata da Iprase e inserita in un progetto nazionale in collaborazione con l’Istituto Toniolo di Milano. I risultati sorprendono per la positività con cui i ragazzi si percepiscono e per come vivono nel loro contesto familiare e scolastico, mostrando una generazione di giovani che tendenzialmente stanno bene con se stessi, sono aperti al cambiamento e nutrono speranza e ottimismo, nonostante abbiano attraversato un lungo periodo di crisi e siano consapevoli che “l’incertezza è la certezza”.
La ricerca è stata presentata dall’assessore provinciale all’istruzione, università e cultura Mirko Bisesti e dal direttore di Iprase Luciano Covi.
In Trentino lo studio coinvolge oltre 1.600 ragazzi che frequentano dal primo al quinto anno di una ventina di scuole secondarie di secondo grado e dell’istruzione e formazione professionale e si basa su questionari somministrati online.
Pur nella loro eterogeneità i giovani trentini appartenenti al nuovo millennio hanno molti tratti comuni che li distinguono. Sono giovani che dispongono di molteplici strumenti, della possibilità di muoversi e di avere occasioni di confronto: una generazione interessante, ricca di risorse ed energie, disincantata ed indipendente, ma anche fragile, vulnerabile ed esposta ai rischi che connotano la loro fase di vita adolescenziale. L’analisi dei risultati mostra comunque che il benessere fisico ed emotivo dei “giovani Z” è alto, i ragazzi trentini stanno bene, sono felici, hanno buona autostima e si sentono in grado di risolvere i problemi. Anche se molto edonisti ed amanti del successo, si sentono empatici e vogliono prendersi cura degli altri. Accanto ad una grande apertura alle novità e al cambiamento emerge l’attaccamento alle tradizioni; i valori religiosi vengono elaborati in modo molto personale e al contempo si evidenziano medie significative di pregiudizio. Permangono i gap culturali e sociali tra maschi e femmine e tra i diversi indirizzi di istruzione e formazione.
Per quanto riguarda atteggiamenti e abitudini, lo studio mostra che tre giovani su quattro non fumano ed è sporadico il contatto con le droghe. Più diffuso il consumo di alcolici, specialmente il sabato, quando sia maschi sia femmine arrivano a consumare mediamente quasi tre drink. Circa il 98% è iscritto a un social network e oltre il 15% dichiara di essere sempre connesso. Grazie alla rete i giovani sentono di comunicare in modo più schietto e diretto, condividono emozioni e intrattengono relazioni di amicizia e affettive. All’interno del contesto familiare, gli adolescenti trentini apprezzano e percepiscono di vivere accanto a genitori autorevoli e valutano positivamente le comunicazioni con loro. A scuola registrano andamenti piuttosto regolari: quattro ragazzi su cinque dichiarano di non essere mai stati bocciati e tre su cinque di non aver mai ricevuto un debito, percepiscono i propri insegnanti come competenti e riconoscono loro molteplici punti di forza, affermando di partecipare adeguatamente alle attività proposte.