FUSIONE FRA DRO E DRENA? “ASPETTIAMO CHE È MEGLIO”
La fusione tra i comuni altogardesani di Dro e Drena può attendere. Lo chiede il Circolo comunale del Partito Democratico, in particolare di rinviare l’eventuale referendum confermativo alla nuova consiliatura di maggio 2020. Uno stop all’iter di fusione comunicato dal segretario del PD Paolo Boninsegna nei giorni scorsi assieme al capogruppo Sergio Poli, non senza una “stoccatina” alle dichiarazioni dell’ex senatore nonché sindaco Vittorio Fravezzi che aveva dichiarato alla stampa di rimettere ogni decisione in merito alla Provincia. “Pur favorevoli al processo di fusione tra Dro e Drena – ha detto Boninsegna – non condividiamo la lettera del primo cittadino “segreta” in cui chiedeva di rinviare il tutto a dopo le elezioni provinciali del 2018, ma ora come ora possiamo condividere di rimettere in moto tutto senza sapere se la locomotiva ha tutti i vagoni agganciati”. Metafora che ben fa capire come, col risultato delle elezioni che ha cambiato il quadro provinciale ci sia necessità di rivedere il tutto. Soprattutto il non aver “convolto” Tarcisio Michelotti, sindaco di Drena e la sua amministrazione in primis ma anche la cittadinanza droata dopo un anno e mezzo dal precedente questionario, con le elezioni europee in vista (a maggio) e il “tesoretto” che la fusione avrebbe garantito non più cosa certa. Insomma, l’amministrazione comunale di Dro è a fine mandato e rinviare la decisione della fusione alle due future amministrazioni sarebbe un atto dovuto e d’umiltà. Anche perché ora è la Provincia e la Regione che detteranno le regole sulle fusioni con l’appositi referendum confermativo a seguito dell’approvazione di dicembre 2017 delle linee guida in tal senso.