Fondi europei FSE e FESR: 51 milioni destinati al contrasto della crisi Covid
I fondi strutturali europei FSE e FESR sono diventati, in particolare con l’ultima programmazione 2014-2020, non più mere risorse aggiuntive al bilancio provinciale ma sostegni essenziali per la realizzazione delle diverse politiche poste in essere dal Trentino. Il totale delle risorse stanziate con i due programmi è pari a circa 220 milioni di euro, in sette anni: in gran parte si tratta di risorse provenienti appunto da Bruxelles, ma anche da Roma, a cui si aggiunge una quota provinciale distribuita sui vari assi e sulle azioni via via programmate dal parternariato, ovvero dai diversi soggetti coinvolti.
Nei giorni scorsi si è riunito, per la prima volta in videoconferenza, il Comitato congiunto di sorveglianza, introdotto dall’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli e presieduto da Nicoletta Clauser, responsabile del Servizio Pianificazione strategica e programmazione europea della Provincia, nella sua veste di Autorità di gestione. Il Comitato vede la partecipazione di rappresentanti della Commissione europea, dei Ministeri competenti e delle parti economico-sociali e rappresentati del Consorzio dei Comuni e delle strutture provinciali interessate. Obiettivo della riunione, fare il punto sullo stato di avanzamento dei programmi operativi nel 2019 e 2020.
Ma vediamo brevemente le relazioni riguardanti la programmazione 2019 in Trentino.
Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo (FSE) il programma operativo nei 6 anni considerati prevedeva, prima della riprogrammazione a seguito dell’emergenza COVID, un budget di 110 milioni di euro. Il 50% è finanziato dall’Unione europea, il 35% dallo Stato e per il rimanente 15% dalla stessa Provincia autonoma.
Le risorse vengono distribuite su 5 Assi: occupazione; inclusione sociale e lotta alla povertà; istruzione e formazione, capacità istituzionale e amministrativa; assistenza tecnica.
Nel 2019 si è registrato un ulteriore importante avanzamento dell’attuazione del Programma operativo nel suo complesso. Alla fine del 2019 le risorse impegnate risultavano essere pari a 88 milioni di euro, l’80,2% del totale. Oltre 48.000 i destinatari delle diverse azioni, fra cui percorsi formativi e interventi di avviamento al lavoro, misure di welfare, compresa la distribuzione di buoni di servizio a famiglie a basso reddito, attività di formazione e riqualificazione che coinvolgono studenti e anche insegnanti e formatori (in Italia e all’estero). Interessante notare che più dell’80% dei beneficiari è di genere femminile. I beneficiari delle diverse misure sono nel 63% dei casi di soggetti occupati, cui si aggiunge una quota del 25,3% di soggetti disoccupati e una pari al 11,7% di soggetti inattivi.
Buone anche le performance raggiunte dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il più importante strumento di investimento della Provincia a favore dello sviluppo del sistema produttivo e territoriale. Anche qui, prima della riprogrammazione dovuta all’emergenza COVID, oltre 108 milioni di euro per il periodo 2014-2020, distribuiti sugli Assi: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, promuovere la competitività delle piccole e medie imprese; sostenere la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio in tutti i settori; assistenza tecnica; promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché il loro impiego.