Fondazione Dolomiti UNESCO: conclusa la presidenza trentina
Si è svolto lunedì 21 novembre, a Cortina d’Ampezzo (Belluno) il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO, durante il quale è avvenuto il passaggio di consegne tra il presidente uscente, Mario Tonina, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, e il nuovo presidente Stefano Zannier assessore alle risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Lo Statuto della Fondazione Dolomiti UNESCO prevede che la presidenza venga assunta in base a una rotazione triennale in ordine alfabetico tra i soci dell’ente: dal 2010 è toccata prima alla Provincia di Belluno, quindi alla Provincia Autonoma di Bolzano, alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e alla Provincia autonoma di Trento. Al Friuli Venezia Giulia spetta tuttavia anche il turno di presidenza delle due ex province di Udine e Pordenone: di qui l’indicazione dell’assessore Stefano Zannier, che tra le sue competenze ha anche quella alla montagna, come presidente della Fondazione per il prossimo triennio. Nel ruolo di vicepresidente è stato nominato il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin.
Da parte del presidente uscente, Mario Tonina, un augurio al nuovo presidente e un bilancio dei tre anni trascorsi alla guida dell’Ente che ha il compito di promuovere la comunicazione e la collaborazione tra i territori che gestiscono e amministrano i nove Sistemi dolomitici iscritti nell’elenco del Patrimonio Mondiale.
“In questi anni – afferma Tonina – molti processi di cambiamento sono giunti a maturazione, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista della frequentazione della montagna: ho assunto la presidenza della Fondazione un anno dopo la tempesta Vaia e la lascio portando negli occhi e nel cuore le drammatiche immagini del ghiacciaio ferito della Marmolada. Sono entrambi segni di una crisi climatica davanti alla quale siamo chiamati a scelte importanti, sulle quali disegnare il presente e il futuro del nostro vivere tra le Dolomiti. La pandemia ha poi accentuato, nei momenti di tregua, una frequentazione massiva del territorio, davanti alla quale abbiamo intrapreso azioni volte a promuovere la sostenibilità, la responsabilità e la consapevolezza dei valori geologici e paesaggistici delle Dolomiti, che non sono un bene da consumare, ma da vivere con rispetto e senso della misura. Una sfida tanto più importante e delicata se pensiamo al percorso che ci porterà nel 2026 al grande evento olimpico. Una sfida corale che può e deve diventare l’occasione per realizzare le azioni necessarie, tutelando al contempo un Patrimonio che abbiamo la responsabilità di preservare per le future generazioni”.