Finanziamenti col PNRR per il recupero del paesaggistico rurale

Redazione08/05/20224min
mulino

 

La Giunta provinciale ha approvato l’avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento per il recupero, il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale. Le risorse, che per il territorio trentino ammontano a 4.783.914 Euro, arrivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Alle proposte progettuali può essere riconosciuto un finanziamento fino a 150 mila Euro (fino all’80% delle spese ammissibili, elevabile fino al 100% delle spese ammissibili se il bene è oggetto di dichiarazione di interesse culturale con corrispondente decreto ministeriale ai sensi del D.lgs. n. 42/2004).
La domanda di finanziamento, firmata digitalmente e completa della documentazione richiesta, deve essere presentata a partire dalle ore 12.00 del giorno 2 maggio 2022 e fino alle ore 12.00 del giorno 23 maggio 2022, utilizzando l’applicazione informatica predisposta da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e accessibile all’indirizzo
https://portale-paesaggirurali.cdp.it
L’avviso sarà pubblicato sul portale della Provincia, nella sezione dedicata al Pnrr.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede (alla Missione 1, Componente 3 – Cultura 4.0, Misura 2) l’Investimento 2.2. che ha per oggetto la “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”. Questo “Investimento” è stato affidato alla gestione delle diverse Regioni e Province autonome, nell’ambito di un coordinamento operato dal Ministero della Cultura, che ha fissato dei termini ristretti per l’apertura e la chiusura del bando.

L’obiettivo è sostenere progetti di restauro, recupero e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà di soggetti privati e del terzo settore, o a vario titolo da questi detenuti, per garantire che tale patrimonio sia preservato e messo a disposizione del pubblico. Gli interventi potranno altresì essere finalizzati alla realizzazione e allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi culturali, sociali, ambientali turistici (escluso ricettività), per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio, anche connessi al profilo multifunzionale delle aziende agricole.
Saranno suscettibili di intervento, ad esempio: casali, ‘masi’, “ca da mont”, malghe e ‘caselli’, mulini, frantoi, fienili, ricoveri, ‘colombere’ e ‘toresele’, essicatoi, forni, pozzi, pavimentazioni degli spazi aperti residenziali o produttivi, recinzioni e ‘cesure’, viabilità rurale storica che conserva pavimentazioni tradizionali, sistemi di contenimento dei terrazzamenti e muretti a secco, sistemi idraulici di canalizzazione, irrigazione e approvvigionamento idrico, fontane, abbeveratoi, ponti, cippi, segherie, frutteti con cultivar storici rari, ma anche i manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (quali, ad esempio, cappelle, chiese rurali, edicole e croci votive, superfici che riportano segni e grafemi di significazione delle aree a pascolo).

Con questa iniziativa si intende restituire alla collettività e in molti casi all’uso pubblico un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico; col suo recupero si vuole favorire anche la creazione di servizi a beneficio della fruizione culturale e turistica, come i piccoli musei locali legati al mondo rurale che svolgono un ruolo importante nelle comunità locali promuovendo la conoscenza e la memoria.

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