Femminicidio Eleonora Perraro, la Cassazione conferma l’ergastolo a Manfrini
Ergastolo. La Cassazione, ossia il vertice della giurisdizione italiana che assicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della Legge, ha stabilito che a sopprimere brutalmente la rivana Eleonora Perraro è stato il marito Marco Manfrini. L’efferato delitto di Nago nel quale ha perso la vita Eleonora è stato, dunque, opera del suo compagno. La Corte di Cassazione non ha ritenuto valide le osservazioni della difesa del Manfrini secondo le quali il cane poteva aver avuto un ruolo in quanto accaduto, ossia essere stato lui l’autore dell’uccisione di Eleonora. Condannato in primo, secondo e terzo grado, dunque, la condanna è il carcere a vita per quel delitto commesso quattro anni fa. A nulla sono valse le istanze che i due avvocati del Manfrini hanno addotto cercando di evitare almeno il carcere a vita al loro assistito, l’assenza di due “membri laici” della corte durante le prime due udienze di primo grado per la quale si chiedeva l’annullamento del processo, dettagli non presi in considerazione come la vera causa della morte di Eleonora, insomma una condanna che, secondo la difesa sarebbe viziata da aspetti non affatto trascurabili. Ergastolo confermato, istanze rigettate nonostante nell’ordinamento le regole, afferma la difesa, siano scritte ben chiare come, appunto, l’assenza dei due membri laici sopra evidenziata. Prove certe, invece, per i membri della corte: Manfrini era sul luogo del delitto, il suo DNA e il suo sangue che sono stati ritrovati sul corpo della vittima, la moglie. Prove certe e inconfutabili di chi sia stato l’autore materiale.