Femminicidi e violenza alle donne, il pensiero dei ragazzi
È di qualche giorno fa la notizia di un altro femminicidio con conseguente suicidio dell’omicida avvenuto a Napoli. Purtroppo il copione si è già ripetuto ben 14 volte dall’inizio di quest’anno in Italia e non da cenno di fermarsi, anzi. Con la media di 5 delitti al giorno sembra proprio voler battere il triste record del 2020. Disgraziatamente nemmeno il Trentino è fuori da questa maledetta lista: se ne contano circa 20 in quindici anni con l’ultimo successo il 22 febbraio 2021. Quest’ultimo si è consumato a Cortesano dove Deborah Saltori, donna di 42 anni e mamma di 4 bambini, è stata uccisa dal suo ex marito di 39 anni a colpi di ascia che ha poi tentato il suicidio. A favore dei figli è stata avviata una raccolta fondi che ha raggiunto quasi 99 mila euro, mentre l’ex marito è in arresto e accusato di omicidio.
Anche l’Alto Garda non è stato immune, in questi ultimi anni, a questi tragici episodi. Il 31 luglio 2017 la giovanissima Alba Chiara Baroni veniva uccisa dal suo fidanzato a Tenno, poi suicidatosi, mentre il 5 settembre 2019 Eleonora Perraro moriva dopo una aggressione nel giardino del bar Sesto Grado a Nago, femminicidio che vede sul banco degli imputati il marito nel processo che si sta svolgendo in questo periodo.
Negli ultimi giorni questo importante argomento è stato motivo di dibattito tra gli studenti della classe 3ª CS del Liceo “A.Maffei” e Sofia ha espresso la sua opinione a riguardo: “Io sono dell’idea che nel 2021 sia inconcepibile che una donna non si possa sentire protetta e tranquilla con la persona di cui tanto si dovrebbe fidare, a cui magari ha dato tutto. Poi in generale ritengo che sia vergognoso aver fatto tanti passi avanti e che ancora oggi si debba sentir parlare di femminicidio”. Anche Simone, della stessa classe, ha esternato il suo pensiero: “A parer mio è disgustoso che un uomo possa pensare di avere il diritto di togliere la vita alla donna a cui ha fatto una promessa e poi di avere pure il coraggio di togliersi la vita per scappare dal suo male. Inoltre il problema fondamentale dei femminicidi è che nella maggior parte dei casi si potevano evitare. Infatti capita spesso di sentire, dopo i delitti, che la persona uccisa aveva qualcosa che non andava nel rapporto di coppia, ma non lo aveva mai denunciato. Affinché una cattiva relazione non finisca tragicamente, bisogna far si che le donne si sentano sicure nel denunciare ma soprattutto che vengano ascoltate”.
Alternanza scuola-lavoro Liceo “A.Maffei” Attilio De Gaspari