Fatto esplodere il macigno pericolante del Brione: il video
Alle 14 e 45 di oggi, martedì 26 novembre, una carica di sei chili di esplosivo ha staccato dal versante ad est del Monte Brione il grande masso pericolante rimasto in sospeso dopo la frana di mercoledì 20. Uno scoppio controllato e sorvegliato in persona dal Maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Arco Mirko Sollecito assieme ai suoi uomini, dagli agenti della Polizia Locale intercomunale, i Vigili del Fuoco e il geologo della provincia Ernesto Santuliana. Uno scoppio contenuto dal particolare tipo di esplosivo utilizzato, per casi come questo, dalle mani esperte di Annamaria Bogo, la figlia del titolare dell’azienda “Ufficio Centrale del Porfido” di Cembra la quale, assieme al fratello Gabriele e sotto l’occhio attento del papà Moreno, ha innescato la scintilla per azionare le cariche esplosive. “Nella migliore delle ipotesi – ha detto Santuliana – giovedì eseguiremo gli ultimi disgaggi in parete (se ne occupa la ditta Rigon di Vallarsa, la quale dopo lo scoppio, anche oggi ha proseguito col lavoro fino a sera) e venerdì la ditta Zampedri di Riva si occuperà della rimozione dei massi caduti e dei detriti portati a valle dalla frana”. È probabile che già sabato 30 la statale possa essere riaperta al traffico veicolare mentre la chiusura della ciclabile, invece, persisterà per alcuni giorni di dicembre, vista la grande quantità di materiale che è finito sulla volta della paramassi che confina proprio con la bretellina.