Falconeria, via libera in Trentino

Redazione30/06/20253min
falconeria aquila


 

Anche i falconieri trentini potranno praticare la loro attività sul territorio provinciale in modo semplice, sicuro e regolato. La Giunta provinciale ha approvato oggi una serie di modifiche al regolamento che disciplina la detenzione e l’allevamento della fauna selvatica, con l’obiettivo di rendere possibile, anche sul nostro territorio, l’allevamento di rapaci per l’attività della falconeria, riconosciuta dall’Unesco nel 2016 come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. L’iniziativa, che ha già ricevuto il parere favorevole della Commissione consiliare competente, è approdata sui banchi dell’esecutivo su proposta dell’assessore provinciale alle foreste, caccia e pesca, Roberto Failoni. Già nella passata legislatura era stata riconosciuta la necessità di rivedere la normativa sulla falconeria.

 

 

La modifica del regolamento rappresenta il riordino della normativa risalente al 1991, con un focus sulle specie autoctone. In questo modo si superano problematiche legate all’acquisto di animali fuori dal territorio Trentino. Sarà necessario il rispetto di precise condizioni per evitare rischi di introduzione in natura di esemplari allevati, nel rispetto delle norme internazionali e nazionali che autorizzano a detenere animali provenienti da allevamenti a loro volta autorizzati. Infatti il prelievo, la distruzione di nidi, uova e nidiacei è un reato.
Nello specifico, può essere autorizzato l’allevamento di rapaci idonei all’esercizio della falconeria delle seguenti specie: aquila reale (Aquila chrysaetos), gheppio (Falco tinnunculus), gufo reale (Bubo bubo), gufo comune (Asio otus), falco pellegrino (Falco peregrinus), lanario (Falco biarmicus), falco lodolaio (Falco subbuteo), nibbio bruno (Milvus migrans) smeriglio (Falco colombarius), sparviere (Accipiter nisus), ed astore (Accipiter gentilis). L’autorizzazione può consentire la detenzione di un numero massimo di venti esemplari per persona; ogni esemplare detenuto dovrà essere munito di certificato d’origine.
In Trentino questa pratica affonda le radici nella storia locale ed europea e oggi si presenta come una tradizione viva, capace di valorizzare la conservazione della biodiversità e il rispetto per gli animali.
Questa pratica offre anche nuove possibilità didattiche e formative, rafforzando il senso di appartenenza al territorio e diventando un ponte tra passato e presente.