Estate 2023, calo di turisti nell’Alto Garda

I turisti tedeschi? Assenti. Almeno per un buon 30% in meno si vocifera da chiunque abbia a che fare con l’industria del turismo, con il perché dovuto alla recessione e al fatto che oggi si prende un aereo e si va dove si vuole, cosa che negli ultimi tre anni per i motivi che tutti sappiamo era davvero difficile. E questo si “traduce” in strade meno affollate (anche se in qualche ora del giorno tra Riva e Torbole è una fila continua da porto S. Nicolò fino al trivio che porta a Nago o verso Malcesine) per la “gioia” dei residenti ai quali non sembra vero. Aumentano, e basta guardare le targhe delle macchine, i turisti dalla Danimarca, Svezia, Polonia ed ex Cecoslovacchia. I dati del primo semestre 2023 stimano una flessione del – 6%, ossia circa meno 50 mila presenze rispetto al 2022 per poco più di 13 mila arrivi sempre in meno ma con una tendenza comunque in crescita e pari al + 3%. Insomma, manca il tedesco ma crescono gli altri arrivi dai Paesi europei.
Una crescita che, comunque, non compensa la spesa che, secondo Confcommercio si assesta per ora su di un calo del 20% per le attività commerciali. Come dire che il turista c’è ma spende di meno. A “soffrire”, sempre secondo i dati APT, sono le strutture a due o tre stelle, lavorando bene le rimaste ad una stella e altrettanto bene le quattro o cinque stelle, insomma il settore “lusso” che sta crescendo sempre più verso quell’offerta di qualità ormai “predicata” da anni sul Garda trentino. Da una parte si sta “pagando” la recessione germanica, ossia il Paese da sempre considerato con la Francia la “locomotiva” d’Europa e si sa che se al tedesco si dice di stare a casa sta a casa, mentre i francesi il Garda nemmeno sanno dov’è. Diversificare allora? Si, certo, sia l’offerta turistica sia aumentando quella qualità che sta ottenendo molti risultati positivi.