Dopo 103 anni torna ad Arco il baule della città Tirolese

Fabio Galas06/05/20213min
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Non è sembrato vero a Mauro Ottobre, arcense “Doc” con la storia del Tirolo nel sangue, trovare un antico baule recante una scritta che evoca i fasti asburgici dell’Alto Garda.
Grande appassionato della storia locale, L’Onorevole è da sempre alla ricerca di cimeli che ricordino la storia del Trentino e di Arco in particolare, quando erano territorio austriaco. Casualmente Ottobre si è imbattuto in un annuncio su Facebook dove veniva posto in vendita un baule in legno recante la scritta “Leoni Natalia, Chiarano di Arco, Tirolo”, sicuramente contrassegnato dalla donna durante l’esodo a Braunau durante la Prima Guerra Mondiale quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria e Ungheria, con Alcide Degasperi che, da Deputato dell’Impero, si occupava dei trentini sfollati. Tra il 1915 e il 1918 nel quartiere periferico di Laab-Höft fu allestito un grande campo profughi, composto di baracche in legno, dove furono concentrati oltre 12.000 sudditi asburgici di lingua italiana, evacuati dal Tirolo austriaco (da Riva del Garda, Arco, Folgaria, Lavarone, dal Roveretano e dalla Valsugana) e, in minor numero, galiziani ebrei.

Mauro Ottobre ha subito acquistato del cimelio, che ora è tornato in città di origine. “Si tratta di un pezzo della nostra storia – ci racconta Mauro Ottobre – che riporta la mente alla fuga dalle nostre valli con i bauli recanti il nome dei proprietari. Tempo fa ne avevo trovato un’altro con la scritta -Riva, Tirolo-. Mi piacerebbe trovare gli attuali eredi o discendenti della signora e poter cedere loro un pezzo della storia di famiglia”.
Secondo l’archivio storico della provincia di Trento, Natalia Teresa Elisa Leoni è nata ad Arco il 24 dicembre 1879, registrata nella Parrocchia Santa Maria Assunta di Arco. Il padre si chiamava Giambattista e la madre Anna Riolfatti. Confrontando le date, durante l’esodo aveva 36 anni. Quello che è certo è che è tornato ad Arco un pezzo che segna la storia del Tirolo nel Basso Trentino. “Ancora molti non sanno – ricorda l’ex Deputato Ottobre – che uno dei danni fatti dal ventennio fascista è stato quello di cancellare otto secoli di storia tirolese. Fortunatamente oggi i ricercatori sono liberi di riscoprire le nostre radici e la vera storia dei trentini, della quale non bisogna avere paura. Mi piacerebbe che nell’Alto Garda trovasse spazio un museo per ricordare com’era il nostro territorio in quegli anni”.

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