Don Tullio Bertamini di Vignole: onorato in Piemonte, dimenticato ad Arco

Nicola Filippi19/10/20246min
DON TULLIO BERTAMINI VIGNOLE DI ARCO (3)

 

Una mostra per celebrare un arcense doc, don Tullio Bertamini. Sebbene ci sia un grande “Ma”. Non è nella sua città natale, ma nella terra del tartufo bianco e del Prunet. Nel centenario della sua nascita, avvenuta il 5 novembre 1924 a Vignole, è possibile visitare la bellissima mostra ideata da Fondazione e Associazione Ruminelli, dal titolo Colligere fragmenta – Storia e storie ossolane, fino al 10 novembre. Come avrete ben inteso, la location dell’esposizione non è all’ombra del Castello, dove è morto nel 2013, all’età di 89 anni, bensì Domodossola, la città piemontese nella quale don Tullio “ha guidato intere generazioni alla scoperta di piccole e grandi storie custodite tra le montagne delle valli ossolane”, raccontano su Verbanianotizie.it. Don Tullio Bertamini ha pure ricevuto la Cittadinanza Onoraria in quella città, con queste motivazioni: “Padre Rosminiano, storico e professore, esperto di arte e archeologia, per aver contribuito, nel suo lungo cammino di studio e divulgazione, a far scoprire e conoscere, con le sue numerose ed importanti pubblicazioni, molti aspetti importanti storici e artistici dell’Ossola e di Domodossola”.
La notizia della mostra dedicata a don Tullio Bertamini è stata accolta con sommo piacere nell’archese borgo. “Mio zio era un uomo curioso e intelligentissimo, uno storico e uno studioso scientifico, una mente aperta, dotata di eclettismo puro e unico”, racconta Fabio Bertamini, suo nipote, dalla casa di famiglia, a Vignole d’Arco. Docente di materie scientifiche al Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola, don Tullio ricoprì la carica di Preside, collaborando alla realizzazione di numerose pubblicazioni, tra cui la storica rivista culturale Oscellana, che aveva fondato e di cui era stato direttore. Don Tullio oggi è considerato uno dei maggiori studiosi dell’Ossola e della storia di Domodossola e ha contribuito alla scoperta e alla tutela del patrimonio culturale ossolano, raccontano ancora da Verbanianotizie.it.

 

 

L’esposizione è stata inaugurata sabato 5 ottobre, all’interno del Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola e durerà fino al 10 novembre. Laureato in matematica e fisica, don Tullio – morto nell’agosto 2013 a Vignole d’Arco – nella sua lunga vita ha conosciuto anche Carlo Rubbia, il grande fisico sperimentale italiano, vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 1984 e Senatore a Vita della Repubblica dal 2013.
“Mio zio è nato ad Arco, è andato via a 10 anni, per studiare alla Casa di Formazione dei Rosminiani di Rovereto, in seguito è diventato professore di matematica e fisica – racconta ancora il nipote Fabio – ma aveva delle passioni per la storia locale, ha vissuto a Domodossola e ha fatto numerose scoperte interessanti. Questa mostra lo celebra, a tutto tondo”. Ma il contributo più importante, spiega ancora Fabio Bertamini, “mio zio l’ha dato nella formulazione del Dettato Costituzionale”.
Salto indietro nel tempo. “Mio zio, da giovane seminarista, era il segretario di politico Achille Marazza di Borgomanero, nel 1946 deputato all’Assemblea Costituente. I padri della Costituente volevano applicare un concetto fondamentale della “Filosofia del diritto” (1841-45) di Antonio Rosmini: “La persona dell’uomo è il diritto umano sussistente, quindi anche l’essenza del diritto”. E l’articolo 2 della Costituzione descrive il principio fondamentale della nostra Costituzione, ovvero che è la persona e non lo Stato come fonte del Diritto. “L’apporto determinante di mio zio è stato quello di trascrivere, con la carta carbone, le pagine della Filosofia del Diritto di Rosmini che gli venivano trasmesse dall’Assemblea Costituente attraverso il deputato Achille Marazza – racconta ancora Fabio Bertamini -. A Roma aveva studiato al Collegio Missionario dei Rosminiani e mi ha raccontato che aveva conosciuto anche Alcide Degasperi, il quale frequentava quel posto alla domenica per giocare alle bocce o mangiare una fetta di torta preparata dalle suore. Ad Arco mio zio veniva solo a Natale e Pasqua o in estate, per trascorrere qualche giorno di ferie e ci portava i suoi libri. Per mio zio scrivere era una passione, ha scritto per una vita e sulla rivista Oscellana si può trovare un link dedicato proprio a tutti i documenti scritti da mio zio, che sono un’infinità, di numerosi argomenti, come anche la meteorologia”.
Per conoscere appieno la figura del nostro concittadino, non resta altro che puntare la bussola verso il Piemonte, per visitare la mostra biografica “Colligere fragmenta – Storia e storie ossolane”, aperta fino al 10 novembre al Collegio Mellerio Rosmini di Domossola.

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