Difensore Civico: 40 anni in Trentino al servizio dei cittadini

Redazione25/10/20223min
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Nel 1982, con la legge provinciale 28, il Trentino si dotava della “Difesa civica”, otto anni dopo la prima esperienza pilota in Italia, quella della Regione Toscana. Il traguardo del 40° è stato celebrato a palazzo Trentini con un intenso convegno, moderato dalla professoressa Anna Simonati e seguito da un parterre particolarmente qualificato e rappresentativo del mondo istituzionale ma anche economico e sociale della nostra provincia.

Il presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, ha introdotto i lavori e ha voluto ringraziare le sei figure che in questi quattro decenni hanno interpretato il ruolo dell’ombudsman, incardinati presso l’assemblea legislativa ma del tutto autonomi nell’esercizio della propria azione di tutela del cittadino di fronte ai bizantinismi e alle opacità della pubblica amministrazione.
È stata poi la difensora civica in carica, l’avvocata Gianna Morandi, a tracciare un quadro dei poteri e prerogative dell’istituto, non senza un espresso omaggio alla figura del primo difensore provinciale, quell’Enrico Bolognani che nei suoi due mandati – dal 1985 al 1994 – si distinse per l’alta dedizione riservata soprattutto ai più deboli di fronte all’ente pubblico. Morandi ha anche ricordato Raffaello Sampaolesi, altro difensore civico (2009-2014) purtroppo deceduto nel 2020. L’avvocata ha ricordato che oggi tra le Regioni italiane solo la Sicilia non ha istituito il difensore civico, mentre Puglia e Calabria hanno la Legge ma non l’hanno mai nominato concretamente. In Trentino invece è ormai realtà consolidata e apprezzata questa figura che garantisce una terzietà attiva tra cittadino e Pubblica Amministrazione, che lavora in perfetta indipendenza e che svolge la sua advocacy utilizzando sia poteri concreti d’intervento, sia soprattutto una preziosa attività di moral suasion. Morandi ha voluto evidenziare i molti e diversificati ambiti operativi del difensore, il suo impegno nella tutela del diritto di accesso agli atti, il suo campo d’azione anche in ambito sanitario per effetto della legge Gelli-Bianco del 2017.
È seguita la relazione del presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, che ha tra l’altro ricordato come in Italia – a differenza di quasi tutti i Paesi europei – non si è mai arrivati all’approvazione di una legge istitutiva del difensore civico nazionale. Il magistrato amministrativo ha ragionato poi de iure condendo, ossia sulle possibili e auspicabili innovazioni normative anche a livello di legislazione provinciale.
Il convegno si è chiuso dopo una fase di dibattito.


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