Dalle calamità alle emergenze: Psicologi per i Popoli una presenza costante

Redazione17/09/20243min
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Dalle grandi calamità fino alle emergenze quotidiane o microemergenze, compresi gli incidenti, i lutti, i traumi improvvisi che scuotono gli individui e la comunità. Gli Psicologi per i Popoli sono diventati una parte integrante ed essenziale nel sistema della Protezione civile trentina, nella quale operano come componente volontaria, in stretta connessione con la Centrale unica di emergenza 1-1-2 che può richiedere il loro intervento. Un contributo prezioso, come sottolineato in occasione dell’assemblea annuale elettiva dell’associazione di volontariato dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, presente assieme al direttore generale dell’Amministrazione Raffaele De Col e ai dirigenti Ilenia Lazzeri (Servizio Antincendi e protezione civile) e Bruno Bevilacqua (Servizio Prevenzione rischi e Cue) e molte altre autorità.
La riunione nella sede della Protezione civile ANA Trento a Lavis ha visto il passaggio di testimone alla guida dell’associazione costituita e convenzionata dal 2001 con la Provincia autonoma di Trento. Terminata dopo due mandati l’esperienza alla presidenza di Daniele Barbacovi, il passaggio di consegne è stato a Catia Civettini, già vicepresidente da quattro mandati. Il nuovo Consiglio Direttivo è composto da Elisabeth Weger, Adriana Mania, Alessandro Vernice, Caterina Braito.

L’assemblea, aperta dal saluto della presidente dell’Ordine degli psicologi, Roberta Bommassar, è stata l’occasione di tracciare un bilancio del mandato appena scaduto, contrassegnato da un forte incremento degli interventi nelle emergenze quotidiane o micro-emergenze – in particolare casi di suicidio, ma anche scomparse di persone, incidenti in montagna e stradali – con una media annua passata da 30 a circa 50 e un totale di oltre 200 interventi nel quadriennio.

Altra attività peculiare dell’organizzazione sono i debriefing psicologici proposti ai soccorritori quando l’intervento in emergenza riporta un forte impatto emotivo, come ad esempio nei casi di morte di persone conosciute, di minori o morti violente: da 5 si è passati ad oltre 10 all’anno e in alcuni casi anche presso le scuole a sostegno degli insegnanti quando il lutto colpiva la scuola. I volontari hanno inoltre prestato servizio nelle maxi-emergenze: terminata l’iniziativa provinciale del Servizio politiche sociali #Resta a casa, passo io, l’organizzazione è stata coinvolta nell’accoglienza dei profughi ucraini presso l’ostello di Trento, nel complesso e articolato scenario del distacco del seracco della Marmolada e infine, in collaborazione con la Federazione di Psicologi per i Popoli, nelle attività di sostegno alla popolazione alluvionata dell’Emilia Romagna.

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