Crisi idrica, il Garda a un terzo del volume

Redazione03/03/20233min
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Continua la fase critica per i bacini idrici trentini. Non arrivano a 12 i milioni di metri cubi di acqua attualmente presenti nei bacini di malga Bissina e malga Boazzo. I due invasi dell’Alto Chiese, nel grande massiccio dell’Adamello, risultano pieni solo per il 16% della capienza complessiva, ad un livello che consente appena di coprire il volume di riserva strategica assegnato ai due impianti per i servizi eccezionali di potenza a favore della rete elettrica nazionale. Questa la situazione confermata durante il sopralluogo del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina, assieme ai tecnici dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, al sindaco di Valdaone e ai rappresentanti di Hydro Dolomiti Energia. Una “visita” in quota salutata da una tenue nevicata (dieci centimetri di neve fresca, in aggiunta ai 50 centimetri già presenti al suolo) che non basta a invertire la tendenza se in primavera non arriveranno abbastanza precipitazioni.
A soffrire sono anche i laghi naturali e i fiumi. Il Garda registra un volume (al primo marzo) di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 milioni del volume massimo regolabile fino al livello delle chiuse. Il livello del lago è 46 centimetri sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera, contro i +99 centimetri della media di questo periodo dell’anno.
Nel mese di gennaio l’apporto idrico medio del Sarca al lago di Garda è stato pari a 10 metri cubi al secondo, contro i 18 di media di periodo registrata nell’ultimo decennio.
“Purtroppo – così Tonina – vediamo da vicino la scarsità di acqua, di questa risorsa che è sempre più preziosa. Ecco perché dobbiamo dedicare una sempre maggiore attenzione per continuare i nostri sforzi su sostenibilità, investimenti, responsabilità e risparmio. In linea con i passi concreti finora compiuti dal Trentino e con gli obiettivi strategici adottati attraverso gli importanti documenti approvati durante la Legislatura provinciale”. Una direzione di marcia che può essere anche un contributo per il confronto sulle linee di azione a livello nazionale.
“Il Trentino, infatti, è pronto a fare la propria parte, anche in questo momento di grande difficoltà del nostro Paese”, afferma Tonina, facendo riferimento ai passi avviati dal governo e alla possibile istituzione di un commissario per l’emergenza siccità. Una valutazione che però dovrà tenere conto dell’effettiva disponibilità d’acqua in Trentino e della necessità di salvaguardare i fabbisogni dell’agricoltura di montagna, un settore che comunque nel nostro territorio ha saputo investire in innovazione e in un’irrigazione efficiente e a basso consumo idrico.

 


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