Crisi abitativa: “Onda Arco” attacca Itea, Provincia e Comunità di valle

Nicola Filippi04/01/20255min
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Da Letizia Vicari e Daniele Monetti per Onda Arco arriva un appello al voto in vista delle prossime elezioni comunali, “una grande opportunità per cambiare completamente questa classe politica di amministratori, scegliendo quelle coalizioni e quei gruppi politici che da sempre hanno avuto a cuore la difesa degli interessi dei semplici cittadini e il rispetto per il nostro territorio”. I due rappresentanti di Onda Arco puntano ancora l’attenzione su un problema molto sentito, nell’Alto Garda e Ledro: la crisi abitativa. E puntano il dito contro Itea, contro la vicepresidente della Provincia Gerosa e contro la Comunità di valle.
“Il terremoto giudiziario, che ha sconvolto la politica altogardesana e non solo, rischia di mettere in ombra i veri problemi dei nostri residenti, alle prese con una crisi che si preannuncia difficile e lunga. Primo tra questi quello dell’abitazione – scrivono – Secondo gli ultimi dati ammontano a 138 gli appartamenti Itea non locati nella Comunità Alto Garda e Ledro (72 a Riva, 33 ad Arco), a fronte di oltre 500 famiglie richiedenti un alloggio popolare. Cosa significa? Che bastava permettere a Itea di fare quello che doveva per dare un alloggio a un terzo di quelle famiglie, mitigando la drammatica crisi abitativa della nostra zona. La gran parte di questi alloggi attualmente occupati risale agli anni ’70 o a epoche precedenti, come ad esempio ad Arco quelli in via Verona e via Venezia oppure a Riva quelli del PEEP e rione Degasperi e necessitano di importanti interventi di risanamento e di messa a norma degli impianti. Sempre a Riva Itea avrebbe potuto e potrebbe ancora costruire un centinaio di alloggi su terreni di sua proprietà”.
“Perché non si è fatto nulla? Chiediamolo a Gerosa: i 5 anni di gestione Gerosa costituiscono una colpevole “dimenticanza” della politica provinciale, che comporta per disagi abitativi e alte spese di bollette da pagare – scrivono ancora Vicari e Monetti – incomprensibile che l’amministrazione provinciale non abbia approfittato delle opportunità messe a disposizione dal PNRR per progettare ed effettuare queste indispensabili opere di risanamento, ma ancor più che non si sia avviato un processo di rientro circolare dei fondi, come avviene in altre parti d’Italia. Solo di recente l’assessore Marchiori sembra essersi accorto della gravità della situazione e ha previsto stanziamenti per la manutenzione straordinaria, in quantità però decisamente insufficienti rispetto al necessario”.
“Vanno però richiamate qui anche le responsabilità della Comunità Alto Garda e Ledro, che ha la competenza per i programmi di edilizia pubblica ed agevolata, e dei Comuni – sottolineano – Il Piano territoriale della Comunità (PTC) iniziato nel lontano 2015 non è stato approvato per l’ostruzionismo di alcuni sindaci, molto più interessati a far approvare in pochi mesi varianti urbanistiche ai loro PRG, piuttosto che a creare regole urbanistiche sovracomunali. I Sindaci dei comuni maggiori hanno lamentato l’emergenza casa senza però muovere un dito, non diciamo per affrontarla davvero, ma almeno per mitigarla. Nulla. A Riva sono individuate aree di proprietà su cui nulla si è fatto, ad Arco nemmeno quello: il comune di Arco nelle ultime due varianti non ha previsto quote di edilizia sociale né convenzionata-agevolata per famiglie normoreddito”.
“Come Onda da tempo ci siamo mossi – scrivono ancora -, sia a livello provinciale che locale, su questo come su altri temi. Un costante monitoraggio della dinamica degli alloggi turistici e una certa autonomia dei territori sono le leve del Disegno di Legge proposto la primavera scorsa da Onda, a firma di Filippo Degasperi. Per dare risposte alla crisi abitativa dell’Alto Garda, un ruolo importante può essere giocato – concludono Vicari e Monetti – anche da piani di edilizia convenzionata al fine di accedere al diritto casa in locazione o in acquisto a prezzi calmierati rispetto a quelli attualmente proibitivi di mercato”.