Coronavirus: “Alla Casa di Riposo di Riva il primo caso arrivato da un’altra struttura”
A Riva del Garda il punto di maggiore attenzione dell’emergenza sanitaria è la casa di riposo Città di Riva, la cui situazione è costantemente monitorata dal sindaco Adalberto Mosaner in stretto collegamento con il presidente dell’Apsp Lucio Matteotti.
«La situazione alla data di martedì 24 marzo è questa – spiega il Sindaco – Gli ospiti presenti in struttura sono 85 a dieci dei quali nei giorni scorsi sono stati fatti i tamponi, con sei risultati positivi. Ora su indicazione dell’Azienda sanitaria i tamponi non si fanno più perché di trattano come positivi tutti gli ospiti sintomatici, che sono 13. Per quanto riguarda il personale, i tamponi fatti sono una ventina, dei quali tre hanno dato esito positivo. Tengo a precisare che nei giorni scorsi ho sollecitato che i tamponi siano effettuati a tutto il personale sanitario. Gli ospiti sintomatici vengono curati seguendo le procedure di sicurezza specifiche, mentre il personale positivo è in quarantena a casa».
Un tema sul quale la casa di soggiorno ha lavorato in questi giorni è quello del rapporto dei familiari con gli ospiti, posto che com’è noto le visite e tutti i contatti di persona sono sospesi: la procedura messa a punto prevede che gli operatori informino giornalmente i familiari di tutti gli ospiti non sintomatici, mentre per gli ospiti sintomatici si fa riferimento al medico. «Sia io, sia il presidente e tutto il personale della casa di soggiorno -aggiunge il sindaco- siamo assolutamente consapevoli del sacrificio legato alla separazione fra ospiti e familiari ma fin dall’inizio la priorità è stata la tutela degli ospiti, vista la loro condizioni di fragilità. Però lo stesso si stanno studiando ulteriori azioni, e nei prossimi giorni la casa di soggiorno metterà a disposizione in una determinata fascia oraria giornaliera una figura qualificata che risponderà a tutte le domande e alle richieste di informazioni dei familiari. Il disagio e la preoccupazione dei parenti che assistono impotenti a questo dramma senza poter star vicini ai loro cari è qualcosa che merita ogni sforzo per essere alleviato. Va detto che questa separazione ha certamente consentito di contenere la diffusione del virus; infatti la prima paziente positiva, poi deceduta, è entrata positiva da un’altra struttura. Dopo questo ingresso non sono stati ammessi altri ingressi, misura che la stessa Provincia, alcuni giorni dopo, ha poi sollecitato per tutte le case di riposo».
Altrettanta precauzione e cautela è stata rivolta al personale, che è stato dotato dei dispositivi di sicurezza individuale. «Il personale a tutti i livelli sta davvero facendo l’impossibile per far fronte alla situazione -dice il sindaco- e per garantire le migliori cure e il benessere degli ospiti. In più, si sta cercando da giorni di mettere a loro disposizione dei luoghi dove soggiornare, così da evitare il contatto con la famiglia e il pericolo di contagio, sia in uscita dalla casa di soggiorno, sia in entrata. Due appartamenti sono stati messi a disposizione da un consigliere comunale, che ha chiesto l’anonimato e a cui va la mia più sentita riconoscenza: un gesto ammirevole che spero sia imitato da altri. Altri spazi spero potranno essere allestiti alla base logistica di via Ardaro, che ho già contattato nella persona del comandante, il tenente colonnello Francesco Panico, informando da tempo la protezione civile trentina».