Convegno Rebuild a Riva: “Le case del futuro? Come quelle nello spazio”

Redazione17/05/20244min
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Davanti a una sfida di dimensioni così grandi, servono cambiamenti altrettanto profondi. Obiettivo, dar vita a un nuovo modello industriale per il settore delle costruzioni. Questi, in sintesi, gli auspici scaturiti dalla decima edizione di Rebuild, l’evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito svoltasi a Riva del Garda con oltre 60 relatori, 16 conferenze, 8 workshop, 32 partner, 3 start up, 15 patrocini nazionali e 8 territoriali, 15 media partner, 5 partner scientifici, 21 aziende in esposizione, il contributo della Provincia autonoma di Trento e oltre 600 partecipanti.

Due giorni in cui non sono mancate indicazioni molto concrete volte ad aiutare le famiglie e le imprese a valorizzare e proteggere il patrimonio su cui hanno investito. Perché l’innovazione è tale solo se è all’interno di un quadro di valori condivisi e in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica. E, ancor più, sociale: il fattore ‘S’ della sigla ESG è stato infatti il protagonista in moltissimi interventi. I processi innovativi illustrati a REbuild devono entrare a pieno titolo nelle strategie industriali del Paese, e la politica deve giocoforza ragionare su una dimensione sistemica del cambiamento, incentivando e premiando l’innovazione sostenibile della filiera. Ad ogni livello di governo amministrativo, leggendo le dinamiche territoriali, la transizione deve continuare a essere percepita come un’opportunità di crescita e benessere condiviso.

REbuild, insieme a Walter Cugno – Vice-President, Exploration & Science di Thales Alenia Space Italia – ha sviluppato una riflessione sull’abitare e vivere nello spazio, un ambiente ostile in cui è indispensabile valorizzare al massimo le risorse disponibili, minimizzare gli sprechi, implementare la circolarità dei materiali e massimizzare il coordinamento degli sforzi in ricerca e sviluppo. “La Stazione Spaziale Internazionale è oggi la casa nello spazio di donne e uomini che la abitano costantemente da oltre 20 anni. – ha affermato Walter Cugno – Oggi la sfida è accompagnare l’umanità ad abitare, in modo sostenibile e duraturo, prima l’orbita e poi la superficie lunare, puntando un domani a stabilire una presenza su Marte”. Guardare alle infrastrutture spaziali e ai moduli abitativi lunari oggi significa rileggere il concetto di costruzione dalle fondamenta, pensare e progettare gli spazi in modo differente, percorrere strade e soluzioni inesplorate privilegiando pratiche e sistemi che riducano drasticamente l’impatto sull’ambiente e lavorino sulle fonti energetiche. Significa anche leggere con chiarezza la riorganizzazione di ecosistemi produttivi e manifatturieri in un’ottica di contaminazione, integrazione e industrializzazione delle filiere per la migliore spazializzazione di prodotti e servizi.

La casa del futuro potrà fare proprie alcune tecnologie in corso di sviluppo per i moduli lunari e le stazioni spaziali, potrà fare tesoro dell’efficienza dei sistemi di accumulo e produzione di energia, di stoccaggio, riciclo e purificazione di aria e acqua, impiegherà materiali innovativi (ignifughi, resistenti, elastici, protettivi, insonorizzanti…), utilizzerà tecnologie parlanti, sistemi di controllo da remoto, connessioni di ultima generazione, nuove applicazioni per la sicurezza. Sperimentando nuove frontiere di comfort e qualità dei luoghi, grazie a nuovi modi di progettare, costruire, riqualificare e gestire gli immobili, e a nuovi modi di viverli, lavorarvi, frequentarli e transitarvi.

 

La Busa
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