Comunità Energetiche al palo in Trentino: Michela Calzà (PD) chiede alla Giunta un cambio di passo

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), strumenti innovativi per produrre e condividere energia pulita a livello locale, stentano a decollare in Trentino. A lanciare l’allarme è la consigliera provinciale Michela Calzà, esponente del Partito Democratico, già vicesindaca di Dro e voce attenta e attiva dell’Alto Garda e Ledro.
«Abbiamo un potenziale enorme a disposizione, ma manca il coraggio politico di metterlo davvero a frutto», afferma Calzà. La sua denuncia arriva dopo mesi di confronti con cittadini, associazioni ed enti locali impegnati nella nascita di nuove CER, che si trovano però intrappolati in un dedalo di burocrazia e poca chiarezza normativa.
Nel mirino della consigliera c’è la Giunta provinciale, colpevole – secondo lei – di aver lasciato soli i promotori di queste iniziative. «Avevo proposto in manovra di bilancio – ricorda – alcuni emendamenti per attivare sportelli informativi, snellire le procedure e sostenere economicamente le CER. Purtroppo non sono stati accolti».
Le Comunità Energetiche permettono a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni di produrre e consumare energia in modo condiviso e locale, con ricadute positive sulla bolletta, sull’ambiente e sulla coesione territoriale. Ma il loro avvio, spiega Calzà, si sta rivelando un’impresa per pochi esperti: «Servono competenze tecniche, pazienza per affrontare iter lunghi, e purtroppo oggi manca anche una regia chiara da parte della Provincia».
Le criticità individuate sono numerose e concrete: carenza di informazione tra cittadini ed enti locali, procedure farraginose, assenza di fondi provinciali mirati, e difficoltà di coordinamento tra soggetti pubblici e privati.
Per invertire la rotta, Calzà chiede alla Giunta un segnale forte e immediato: «Vogliamo sapere se la creazione delle CER è una priorità o no. E in caso lo sia, servono azioni concrete: semplificazione amministrativa, formazione capillare, incentivi economici e un tavolo di coordinamento stabile».
Dal cuore dell’Alto Garda arriva dunque un appello accorato, ma pragmatico, a favore di un Trentino che sappia cogliere davvero l’occasione di una transizione energetica dal basso, partecipata, solidale. «Noi del Partito Democratico – conclude Calzà – crediamo che le CER siano una leva strategica per un Trentino più sostenibile e autonomo. Ma da soli non possiamo farcela. La Provincia deve fare la sua parte, ora».