Circoli anziani in crisi per il “Terzo settore”, la Provincia in campo per sostenerli

Redazione26/11/20223min
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Le Associazioni che garantiscono la socialità anche nei piccoli centri del Trentino sono a rischio chiusura per via degli adempimenti collegati alla riforma del Terzo settore. È il grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dal coordinamento dei Circoli pensionati e anziani del Trentino attraverso una lettera inviata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, all’assessore provinciale alle politiche sociali Stefania Segnana e al presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder. Un documento che è stato alla base del recente incontro fra il presidente e l’assessore con i rappresentanti del coordinamento, il presidente Tullio Cova e il tesoriere Adriano Adamoli, per un confronto diretto e per avviare il ragionamento sulle possibili soluzioni.
“Siamo a conoscenza – così dice l’assessore Segnana – delle difficoltà che alcuni aspetti della riforma del Terzo settore stanno creando alle realtà non strutturate del volontariato trentino. Abbiamo letto con attenzione il documento che evidenziava problematiche prese in carico dalle nostre strutture attraverso l’ufficio provinciale competente in materia. Da parte nostra c’è la volontà di trovare le migliori soluzioni per supportare i Circoli pensionati e anziani a poter svolgere tutti gli adempimenti richiesti”. L’obiettivo è infatti, come precisano Segnana e Fugatti, “tutelare le associazioni e il loro ruolo fondamentale per il presidio e l’aggregazione sociale sui territori”.
Secondo il coordinamento dei circoli, il problema maggiore risiede nell’approccio richiesto con lo strumento informatico. “Tanti nostri associati e presidenti, che noi diciamo ‘diversamente giovani’, si trovano a disagio sugli adempimenti richiesti, vedi libro dei soci, bilancio, Spid, Pec, firma digitale, tutti elementi che richiedono una conoscenza e un utilizzo di strumenti informatici sul quale difficilmente molte persone della nostra realtà sono al passo” spiega Cova.

Per il coordinamento la difficoltà si inserisce in un quadro già in sofferenza dopo la pandemia. Basti pensare che gli iscritti complessivi sono calati dai 23mila pre Covid ai 18mila attuali. Numeri che riguardano una realtà comunque presente in modo capillare sul territorio, con 118 circoli attivi in un centinaio di Comuni.

 


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