Ciclovia, la Lombardia vira sull’acqua. Coppola: “Anche il Trentino eviti opere rischiose”

La Ciclovia del Garda cambia direzione, almeno sulla sponda lombarda. Regione Lombardia, Provincia di Brescia e Navigazione Laghi hanno firmato un protocollo d’intesa che introduce una soluzione alternativa al terzo lotto della Ciclovia, giudicato non realizzabile a causa di criticità tecnico-idrogeologiche. Al posto di nuove infrastrutture a terra, verrà progettato un servizio di battelli dedicati al trasporto di cicloturisti e biciclette lungo la tratta Gardone Riviera–Limone sul Garda.
Un sistema intermodale che prevede imbarcazioni attrezzate, aree di attesa e di imbarco dedicate, orari cadenzati e spazi per il ricovero delle bici. Una scelta che, secondo l’assessora regionale alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi, consente di salvaguardare la progettualità della Ciclovia come strumento di promozione del lago, tutelando al tempo stesso territorio, sicurezza e ambiente.
La decisione lombarda riaccende però il confronto con il Trentino, dove la giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti prosegue nella progettazione e nei lavori per completare il collegamento ciclabile tra Riva del Garda e Limone. Un approccio che continua a dividere.
A intervenire è la consigliera provinciale Lucia Coppola (Alleanza Verdi e Sinistra), che definisce la scelta lombarda «di assoluto buon senso». «Superare le criticità del terzo lotto attraverso una soluzione intermodale via acqua – afferma – significa garantire la continuità dell’itinerario senza nuove colate di cemento, senza passerelle a sbalzo sulle falesie e senza mettere a rischio la sicurezza delle persone e dell’ambiente».
Per Coppola, il protocollo dimostra che «esistono soluzioni di mobilità dolce capaci di valorizzare il Garda senza comprometterne il paesaggio e la biodiversità». Da qui l’appello al Trentino: «Le criticità geologiche e ambientali delle sponde settentrionali del lago sono note da tempo e non possono essere ignorate. È necessario evitare opere potenzialmente pericolose e irreversibili, fermare i cantieri più impattanti e puntare su soluzioni intermodali che utilizzino il battello per superare i tratti più delicati».
Un richiamo che si inserisce in una storia lunga e complessa. La Ciclovia del Garda, pensata oltre dieci anni fa come grande anello ciclabile attorno al lago, è diventata nel tempo un progetto simbolo della mobilità sostenibile, ma anche uno dei più controversi, soprattutto nei tratti più fragili dal punto di vista geologico e paesaggistico.
«Il futuro del Garda – conclude Coppola – deve basarsi su scelte condivise, prudenti e realmente sostenibili. La mobilità cicloturistica può e deve crescere, ma senza sacrificare ciò che rende unico questo ecosistema». Per la Lombardia la rotta sembra tracciata. Resta ora da capire se anche il Trentino deciderà di seguire la stessa direzione.
(n.f.)










