Ciclovia del Garda, sit-in di protesta a Riva: “I battelli unica alternativa”

Erano una cinquantina le persone che domenica 28 gennaio hanno partecipato al sit-in di protesta dal titolo “Ciclovia del Garda, non così”, organizzato dal Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda presso la Casa Rossa sul lungolago, punto d’inizio del percorso. Una azione decisa in seguito alla risposta negativa della Giunta Provinciale alla mozione presentata da tutta la minoranza in Consiglio provinciale che richiedeva la sospensione dell’opera e un ripensamento del progetto.
Il tratto più contestato della Ciclovia riguarda proprio quello trentino al confine con quello bresciano, quei 98 metri dal costo preventivato di 2 milioni e mezzo fino alla galleria delle Limniadi.
“Costi, sicurezza e danno paesaggistico irrimediabile – scrive il Coordinamento in un comunicato – sono le ragioni della contrarietà a questo progetto di ciclovia esposta a rischio geologico elevatissimo. I costi sono esorbitanti: per 5,5 km (sponda trentina ovest) da 25 milioni preventivati nel 2018 si è arrivati agli 81 nel 2023, quando invece non ci sono i soldi per la circonvallazione di Torbole. Il tracciato devasterà irrimediabilmente un paesaggio di bellezza unica, congiungendosi alla passerella di Limone che non è ciclovia, tant’è che è percorsa quasi esclusivamente da pedoni, ha un limite di velocità di 10 km per le biciclette, si conclude in un vicolo del centro storico di Limone e viene ripulita costantemente dai sassolini che cadono dalla roccia soprastante”.
Il Comitato chiede quindi la sospensione dell’opera e il ripensamento del progetto: “L’alternativa c’è – dicono – ed è quella via acqua con i battelli”.
Al sit-in sono intervenuti i consiglieri provinciali Michela Calzà e Filippo Degasperi e sono stati distribuiti volantini informativi a ciclisti e pedoni di passaggio sul lungolago.

Il Coordinamento fa sapere che è attiva una raccolta fondi per sostenere le azioni legali ed informative contro la Ciclovia del Garda
https://gofund.me/2dfc2260
e una petizione su change.org