Ciclovia del Garda, il Comitato Tutela: “Non è tardi per fermare il progetto”

Nicola Filippi25/03/20243min
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Il Comitato Interregionale Tutela del Garda è sempre più preoccupato dal carico di responsabilità che si stanno prendendo le autorità provinciali e comunali per costruire la Ciclovia del Garda in territorio trentino. Maria Elisabetta Montagni (Comitato Salvaguardia Area Lago ), Pietro Zanotti (Ledro Inselberg), Giovanni Mazzocchi (SOS Altissimo) e Carla Del Marco (WWF Trentino) hanno inviato il 25 marzo un documento al presidente della Provincia Fugatti, alla sindaco di Riva Santi, ai sindaci di Limone Girardi e Nago-Torbole Morandi e al commissario Misdaris per evidenziare “l’irrazionalità, l’assurdità e la pericolosità di riportare all’esterno e specialmente sotto versanti a picco sul lago per centinaia di metri, un percorso ciclabile, assolutamente non indispensabile, quale invece è la Gardesana, e non prioritario rispetto ad altre opere, quali la messa in sicurezza dei percorsi stradali, gli abitati e la salute e la salvaguardia del lago – scrivono – Con l’aggiunta che, anche se non si vuole vedere e prendere in considerazione, l’alternativa c’è: la via d’acqua”.
Per gli ambientalisti c’è un problema importante alla base che è stato sottovalutato: “La sicurezza futura della ciclovia e le relative responsabilità. Anche le più rassicuranti relazioni geologiche presentate parlano di pesanti rischi, nonostante presentino calcoli per masse franose assai più ridotte rispetto, ad esempio, alle recenti frane (vedi Forra di Tremosine, Hotel Splendid di Limone, Riva del Garda)”.
“Una cosa è accettare un rischio per una strada Statale veicolare esistente che collega comuni altrimenti non collegabili – sottolinea ancora il Coordinamento – altro è provocare nuovi rischi per la collettività, prevedendo ulteriori percorsi esposti a parete, definibili “pseudociclistici”, sicuramente non indispensabili, in aree a rischio e non completamente controllabili. Aumentando tra l’altro il carico antropico con una pericolosità assai più elevata che il passaggio in automobile, per numero, tempo e modalità di esposizione. Sono responsabilità non delegabili, né rinviabili”. Affermando che “è impossibile fermare l’opera”, la responsabilità rimarrà in carico “pro futuro” a chi ha voluto pervicacemente l’opera a livello provinciale ed anche ai Sindaci che non hanno voluto approfondire o sono stati a margine come se la la questione non li riguardasse”.
Il Comitato guarda avanti e ripete che “rappresentanti politici, Governatore, Sindaci e Commissario, potranno essere considerati direttamente responsabili ora e per il futuro per quanto hanno intenzione di disporre od ignorare, anche a mandato concluso”. E ribadisce l’importanza di “un ripensamento e un ragionamento ulteriore nell’interesse del bene pubblico, di tutti i cittadini e anche degli amministratori coinvolti. Non è tardi per una sospensione e una nuova evoluzione del progetto”.

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