Ciclovia del Garda, Esposto ambientalista per i costi elevati
“Questa Ciclovia non s’ha da fare!” La citazione di manzoniana memoria arriva in questi giorni a seguito dell’esposto-denuncia che le associazioni ambientaliste trentine, comprese quelle del territorio del Garda trentino, hanno presentato alla Corte dei Conti contro il progetto di collegamento che porta ai confini con la Provincia di Brescia, ossia col Comune di Limone. E, considerato che l’incarico al Commissario straordinario incaricato dell’opera Misdaris scadrà nel maggio 2025, appare ben chiaro come quel tratto non sarà realizzato. Almeno per i prossimi due anni. Certo, la recente pandemia ha rallentato i lavori, ma appare chiaro come questa presa di posizione delle associazioni ambientaliste, peraltro già nota da tempo e avversa al progetto, rallenterà se non bloccherà definitivamente la realizzazione del tratto ovest verso Limone. Si chiedono lumi alla Magistratura sui costi del tratto, a seguito della recente approvazione del progetto che riguarda l’unità funzionale 3.1, quello di collegamento, appunto, da Riva del Garda a Limone dove da cinque anni la Ciclovia sospesa fa registrare numeri altissimi di passaggi.
I costi, si diceva, perché è su questo che le Associazioni chiedono lumi alla Corte dei Conti e alla Magistratura, visto che per cento metri si spenderanno, è stato detto, due milioni di euro. Per non dire che la contrarietà al realizzo di quel tratto sospeso non piace alle associazioni, le quali da tempo ritengono il tratto bresciano uno sfregio all’ambiente e al panorama. Costi triplicati si afferma, adducendo cifre alla mano che parlano di quasi settantasette milioni di euro per l’intero tratto da Riva del Garda al confine con Limone. L’esposto presentato dagli attivisti patrocinati dall’avvocato Luca Trentini di Toscolano Maderno, ora è al vaglio della Procura regionale della Corte dei Conti e riguarda, è bene specificarlo, solo il tratto Riva del Garda – Limone.