Ciclovia del Garda e ciclabili: lo stato dell’arte secondo Pietro Matteotti

Redazione21/10/202513min
9 UF 18 viale Martiri DSC_0883

 

Una visione complessiva, tecnica e puntuale sullo sviluppo della Ciclovia del Garda e delle reti ciclabili dell’Alto Garda.
L’ingegner Pietro Matteotti, già assessore alle opere pubbliche di Riva del Garda, nella precedente giunta Santi, ha diffuso una dettagliata nota, datata 18 ottobre 2025, in cui ripercorre lo stato dei lavori e le prospettive future delle infrastrutture ciclabili, definite “strategiche e prioritarie” per la mobilità sostenibile, la sicurezza e l’attrattività turistica del territorio.

Una rete strategica per mobilità e turismo
Matteotti ricorda come la precedente amministrazione comunale avesse considerato la Ciclovia del Garda un’opera fondamentale per l’intero Alto Garda, sia sotto il profilo green sia sotto quello turistico. “Va fatta bene — sottolinea — tenendo conto innanzitutto della sicurezza e dell’impatto ambientale.
Il documento suddivide l’analisi per tratte e competenze, evidenziando criticità, avanzamenti e scelte progettuali in corso.

 


 

UF 1.2 e UF 2: da Riva a Limone (competenza PAT)
Il tratto UF 1.2 Ponale–galleria Orione è stato aperto da marzo (ved foto 1), ma restano da completare alcune opere accessorie, previste per l’autunno: la sistemazione della spiaggetta dei Rivani, con recupero delle terrazze sul lago; il collegamento diretto tra la ciclovia e la Tagliata del Ponale (ved foto 2).

Attualmente il percorso termina contro una cancellata: “Un’Unità Funzionale — commenta Matteotti — deve essere realmente funzionale, motivo per cui avevamo chiesto con forza il collegamento diretto con la Gardesana” (ved foto 4).

In soli sette mesi si sono registrati 197.000 passaggi (ved foto 3).
Per il tratto UF 2 galleria Orione–Casa della Trota, approvato prima delle ultime elezioni comunali, è previsto un inserimento ambientale senza tratti a sbalzo, seguendo il progetto arch. Ferrari 1, analogo al modello UF 1.2 e non al modello UF 3.

Matteotti invita ad accelerare questa fase, che consentirebbe il collegamento con la valle di Ledro attraverso la storica mulattiera che dal Porto del Ponale sale a Biacesa e poi al lago di Ledro — un percorso di grande valore paesaggistico e botanico (ved foto 5, 6, 7).

UF 18: da via Giacomo Cis a Monte Oro
Il tratto da via Giacomo Cis a via Lavino, di competenza PAT e finanziato con fondi PNRR, prevede una ciclovia bidirezionale a valle della SS 45 bis, con variante in corso d’opera.
Il progetto — chiarisce Matteotti — deve essere definito tra i servizi provinciali di geologia e viabilità, e non spetta al Comune verificarne la stabilità del versante (ved foto 8).
Il collegamento da piazza Catena a Monte Oro, attualmente solo segnalato, dovrà invece essere fisicamente separato dalla sede stradale: il modello da seguire, secondo l’ex assessore, è quello di viale Martiri o del nuovo tratto di Predazzo lungo la SS, con un’aiuola verde continua che garantisce sicurezza e ordine visivo.
Questo permetterebbe di raccordarsi con il tratto comunale da via Monte Oro a viale Canella.

 

UF 18: Inviolata–largo Bensheim
Il primo tratto cittadino, di competenza comunale, dall’Inviolata a largo Bensheim, è stato completato: una ciclabile a doppio senso, conforme al PFTE approvato a Roma, con pavimentazione in asfalto albino, illuminazione LED, nuove alberature, segnaletica, percorsi tattili e finiture di qualità (ved foto 9).
Per il proseguimento lungo viale Canella, il Comune — precisa Matteotti — attendeva la realizzazione del tratto PAT da piazza Catena a Monte Oro, in modo da salvaguardare le alberature esistenti e completare la continuità ciclabile.

 

UF 18: da largo Bensheim al campo sportivo Benacense
Questo tratto, osserva l’ingegnere, può essere realizzato senza toccare viale Carducci e viale Rovereto, sfruttando un percorso alternativo:
da largo Bensheim fino alla vecchia stazione, attraversando la galleria tra il teatro e il Palazzo dei Congressi, proseguendo poi a sud del parcheggio ex tennis, attraverso il parco dell’Ora, il Miralago e fino al campo sportivo.

 

UF 18: da Porto San Nicolò alla Baia Azzurra
Il tratto Porto San Nicolò–Baia Azzurra, oggi escluso dal PNRR, è stato “rinviato e uscito dai radar”.
Matteotti ne sottolinea l’importanza paesaggistica e turistica: “Va progettato allargando l’attuale ciclabile a sbalzo e realizzando un nuovo parapetto ‘trasparente’ a lago” (ved foto 10).

 

UF 18: Torbole
Per quanto riguarda il tratto cittadino di Torbole, i lavori sono in corso e, secondo l’ex assessore, l’auspicio è che la rotatoria all’altezza di via Strada Granda sia pronta per Pasqua.

 

UF 19: da Nago ad Arco (Pratosaiano)
I lavori sulla tratta Nago–Arco sono in corso e avrebbero dovuto concludersi entro novembre, ma probabilmente slitteranno alla primavera (vedi foto 12, 13).

 

Matteotti ricorda che quattro anni fa era stata proposta una soluzione alternativa lungo la vecchia strada romana, in corrispondenza della condotta forzata, che avrebbe consentito di scendere su Torbole attraversando il fiume Sarca all’altezza del metanodotto, in prossimità del depuratore (vedi foto 14). “Era la soluzione più logica e breve — commenta — ma venne bocciata dalla commissione ambientale, costringendoci a optare per Pratosaiano. L’importante è che il collegamento esista.

 

 

UF sponda Est: da Navene a località Baitone
Dalla sponda veronese del Garda, Matteotti segnala che i lavori da Brenzone a Malcesine e Navene sono completati, mentre da Navene a Baitone sono in pieno sviluppo.
Il tratto a cielo aperto è già a buon punto e si sta realizzando la galleria naturale (ved foto 15, 16, 17).

Il ponte di Arco
Sull’ipotesi che l’attraversamento ciclabile del ponte di Arco venga ridotto a semplice attraversamento pedonale, Matteotti è netto: “Lo considero un errore. Nei casi simili, le ciclabili arginali sottopassano il ponte, come a Torbole, all’altezza del Mecki Bar, o a Mezzolombardo. È una soluzione più funzionale, più sicura e più rispettosa dei ciclisti.”

Ciclabile Trento–Riva del Garda
Matteotti accoglie con favore la notizia che la Provincia autonoma di Trento sta procedendo con la progettazione dei tre tratti mancanti per il collegamento con il capoluogo: “Un’ottima scelta del presidente Fugatti”, commenta.

Una visione d’insieme: completare, connettere, valorizzare
L’ex assessore invita a guardare all’intero sistema come a “un puzzle complesso ma coerente”, dove ogni tratto è una tessera fondamentale di una rete organica.
Un buon amministratore — afferma — deve impegnarsi “per far avanzare i lavori, completare ciò che è avviato e concentrarsi sulle priorità reali”, come:
portare avanti il tratto Baia Azzurra,
completare via Monte Oro come viale Martiri,
collegare la Tagliata del Ponale,
sistemare la spiaggetta dei Rivani,
acquisire la Casa Cantoniera (ved foto 18).

 

Le raccomandazioni tecniche e il futuro della Ciclovia
In sintesi, Matteotti riassume i punti chiave per il futuro della Ciclovia del Garda e della rete ciclabile trentina:
La ciclovia del Garda è strategica e prioritaria.
Serve un piano complessivo e coordinato dei percorsi.
Gli interventi devono rispettare il paesaggio e l’ambiente, seguendo il modello UF 1.2 e abbandonando il modello UF 3.
La manutenzione e gestione dell’opera restano in capo alla Provincia, attraverso il SOVA.
Necessario monitorare la galleria Orione sin dall’inizio.

Il Comune di Riva dovrebbe acquisire la Casa Cantoniera a lago (p.ed. 793), già inserita tra i beni di non interesse dalla delibera PAT n. 260 del 19 febbraio 2021, per creare un punto di accesso alla ciclovia con bicigrill, ristoro e servizi (ved foto 20).

Urgente riavviare il tratto Porto San Nicolò–Baia Azzurra, fondamentale per connettere la ciclovia in esecuzione tra la Conca d’Oro e il Sarca.
Entro il 2031, in vista dei Campionati del Mondo di ciclismo, il Trentino deve presentarsi con una rete ciclabile completa, interconnessa, sicura e sostenibile.
Matteotti conclude ricordando che, nella zona dell’Alto Garda, “siamo a buon punto — solo a Riva del Garda si contano 30 chilometri di percorsi realizzati — ma restano da sciogliere alcuni nodi tecnici e progettuali”.
L’auspicio finale è che la Provincia prosegua “tenendo conto di tutto, ma andando avanti con determinazione”. (n.f.)