Ciclovia del Garda, contrario il nuovo “Coordinamento interregionale di tutela”
Il 20 aprile 2023 a Gardone Riviera si sono riunite numerose Associazioni di tutela ambientale delle regioni Veneto e Lombardia e Provincia Autonoma di Trento, cui appartiene amministrativamente il lago di Garda, per costituire una nuova forza denominata “Coordinamento interregionale per la tutela del Garda”. Lo scopo è quello di contrastare le incongruenze e le criticità emerse nelle diverse analisi effettuate sulla Ciclovia del Garda.
Il coordinamento vuole essere di supporto alle già molteplici associazioni di tutela delle varie regioni, e lo strumento di partecipazione per liberi professionisti, Enti locali, Associazioni di diverse categorie e portatori di interesse diffusi, per condividere e realizzare progetti anche su vasta scala, nell’ottica, appunto, della collaborazione e partecipazione.
“Nel progetto della ciclovia del Garda – scrive il neo costituito gruppo ambientalista – si è riscontrata la carenza o assenza di uno studio della mobilità e di approfondite indagini geologiche. Aspetti, questi, di particolare rilevanza per l’esecuzione di un progetto sicuro, efficace, ecosostenibile e utile alla collettività il quale, se presenta delle carenze, può sviluppare ricadute negative. Un buon progetto deve tener conto delle esigenze della cittadinanza, dell’economicità turistica e del rispetto del paesaggio”.
Il comitato prende spunto anche dalla ricerca del professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano, esperto in mobilità lenta: “Una ciclovia nasce nell’ambito della mobilità sostenibile ed ecologica – ha scritto l’esperto – L’impatto ambientale della ciclovia del Garda è enorme sotto tutti i punti di vista, in nome della ciclabilità è legittimo manomettere così pesantemente il paesaggio? In nome del “prodotto bike sul Garda” si può scavalcare qualsiasi limite etico, ambientale e paesaggistico e pure di finanza pubblica? Le alternative esistono, sia via lago che terra, recuperando sentieri e strade minori collinari e montane. Basta volere e cercare. Nessuno vuole interrompere la ciclabilità, ma solo pensarla diversamente”.
Nel primo incontro del “Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda” sono scaturite alcune questioni come, ad esempio, la gestione del traffico con la riduzione delle larghezze di carreggiata e attraversamenti di pedoni e cicli, o come mai non è stata presa in considerazione la via d’acqua coinvolgendo Navigarda.