Chiusura Orvea di Arco: proteste e raccolta firme
La notizia della chiusura del supermercato Orvea in via XXIV Maggio ad Arco, anticipata giovedì 23 gennaio da La Busa, ha creato stupore e incredulità in città. Un fulmine a ciel sereno, a detta di tutti, compresi i lavoratori dello stesso punto vendita, che ha scatenato un fiume di reazioni sui social. Tutte, ovviamente, contro la decisione della famiglia Poli di chiudere un importante servizio per la comunità di Arco, perfettamente amalgamato all’interno del tessuto urbano, apprezzato soprattutto dalla popolazione più anziana, abituata a muoversi nel centro storico a piedi. Un punto vendita – leggendo tanti post – molto apprezzato anche per la gentilezza, la professionalità e la disponibilità del personale. Fra le tante proposte abbozzate nei vari commenti, spicca però quella di una raccolta firme, avviata sulla piattaforma Change.org, per chiedere alla famiglia Poli di mantenere aperto lo storico supermercato, ritenuto però “obsoleto” dalla proprietà.
Reazione di stupore espressa anche dall’assessore al commercio, Gabriele Andreasi. “Quando ho letto la notizia in internet – spiega a La Busa – il primo sentimento è stato quello di dispiacere. Quello era un presidio ben inserito nel contesto urbano, cittadino e residenziale che fungeva da presidio non solo per l’aspetto economico, in quanto supermercato, per chi andava a fare la spesa – afferma l’assessore – ma era anche un punto di aggregazione per la comunità, dove le persone si ritrovano”.
“Quando presidi come questi chiudono e qui parliamo di un negozio storico, ormai riconosciuto come punto di comunità, sicuramente la cittadinanza perde qualcosa, al di là dell’aspetto del punto vendita, del dove poter andare a fare la spesa – sottolinea e conclude l’assessore Andreasi – le scelte aziendali possono essere condivisibili o meno, ma restano scelte di un privato che fa la propria politica aziendale. Quello che spero è che nella valutazione che hanno fatto abbiano tenuto conto anche di questi aspetti e non solo prettamente quello economico. Auspico anche che per tutti i lavoratori che sono impiegati nel punto vendita di via XXIV Maggio sia stata data una continuità aziendale, in altre sedi, possibilmente vicine, ma soprattutto che ci sia continuità di lavoro”.