Chiusa la passerella pedonale sul ponte di Arco, Tamburini: “Incrocio troppo pericoloso”

Nicola Filippi27/06/20245min
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Da giovedì 27 giugno però non è più possibile camminare lungo la passerella in legno del ponte storico. Così recita il cartello apposto la mattina di mercoledì 26 giugno dall’area tecnica del Comune di Arco: “La passerella pedonale è chiusa per indagini e manutenzione. Il passaggio pedonale è garantito presso il ponte in località Prabi, a 200 metri (nord), o dal ponte in località Caneve, a 200 metri” (a sud).
Dieci giorni fa, esattamente lunedì 17 giugno, il marciapiede incriminato era stato chiuso per permettere ai tecnici di una ditta specializzata di Trento di effettuare indagini approfondite e verifiche strutturali del ponte storico di Arco. Un ponte che ha oltre 500 anni di storia. Che gode di ottima salute però, ci aveva spiegato il vicesindaco Roberto Zampiccoli, il Comune ha dato mandato a un ingegnere strutturista di predisporre un progetto per costruire ben due passerelle.
La colpa, assicura alla stampa il sindaco Alessandro Betta, sta nelle assi della passerella e nelle recenti piogge torrenziali che ne hanno minato la loro salute. Il ponte è in salute, sano e robusto. Ma la passerella pedonale è malandata. L’area tecnica del Comune di Arco sta monitorando attentamente la situazione e purtroppo non ci sono buone notizie. La prima decisione sarà quella di rimuovere le fioriere e i pali della luce dalla struttura in ferro della passerella gialla, per alleggerire il peso sulla struttura ammalorata. Alcuni elementi in acciaio sono degradate. Lo hanno scoperto i tecnici durante le verifiche del 17 giugno. Contromisure? Sono varie le ipotesi in campo: la chiusura della struttura pedonale oppure il contingentamento a dieci persone alla volta. Oppure anche la possibilità di arretrare verso l’interno la passerella, riducendo una delle due corsie di marcia per i veicoli.
Durante il nostro sopralluogo in loco, abbiamo incrociato il consigliere di minoranza Stefano Tamburini (SiAmo Arco), che più volte ha segnalato la pericolosità del ponte, anche con decine di video. Parole vane.
“Io non voglio fare polemica, ma ci tengo alla sicurezza delle persone e degli utenti della strada – attacca Tamburini – ma mi piacerebbe sapere perché questa amministrazione non ha fatto nulla per costruire un sottopasso ciclopedonale in destra Sarca, ed esterno all’alveo, in corrispondenza dell’incrocio tra via della Cinta, via Segantini e via Paolina Caproni Maini”. Ad avvalorare la sua ipotesi progettuale, ci mostra un documento del Servizio Bacini Montani, del 18 maggio 2022, inviato in Comune ad Arco e per conoscenza anche al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.

“Questo è l’incrocio più pericoloso di tutta la Busa – spiega ancora Stefano Tamburini – Lo scorso anno c’è stato un investimento mortale. È pericoloso per i pedoni che da via Segantini vogliono imboccare il ponte. È pericoloso per gli automobilisti che arrivano da sud e vogliono percorrere il ponte, si trovano un angolo cieco e rischiano di travolgere i ciclisti o i pedoni”. Per non parlare poi di tutti quelli che svoltano verso Prabi, nonostante il cartello di divieto. “Devono fare un cartello più grande, comprensibile da tutti, anche in lingua straniera, con spiegato il senso di marcia per entrare a Prabi”. “Pensano di rinnovare il parcheggio ex Carmellini con 600 mila euro, ma non è abbastanza, potevano creare un parcheggio multipiano, con due piani sopraelevati, arrivando a filo strada – conclude Tamburini – . Qui serve un progetto in prospettiva per riorganizzare la viabilità ad Arco e soprattutto sul ponte storico. Non possiamo continuare a fare interventi a spot. Manca una progettualità organica. Stesso discorso anche per gli asfalti. Capisco che ci sono le elezioni alle porte, ma avrebbero potuto diluire gli interventi nel tempo. Senza mandare in crisi la viabilità cittadina”.

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