Celebrata Santa Barbara nella nuova galleria della Loppio-Busa
Santa Barbara in galleria per i minatori all’opera nel tunnel che, una volta completato, dovrebbe risolvere gran parte dei problemi di circolazione stradale fra l’asta dell’Adige e l’alto Garda. La patrona è stata celebrata, su richiesta degli operai al lavoro da mesi nel cantiere di Nago, con una messa officiata in mezzo a scavatori, camion e ruspe da don Dario Silvello (parroco di Riva), don Franco Torresani (Oltresarca), don Francesco Scarin (Arco), don Carlo Speccher (Romarzollo) e don Christian Moltrer (Nago Torbole). La cerimonia è stata l’occasione per fare il punto della situazione di un’opera nata e sviluppatasi fra mille polemiche, non ultima quella relativa alla velocità di esecuzione. Una velocità che però, come ha confermato l’ingegner Ernesto Tedeschi, project manager del Consorzio Stabile Sac, a cui è stata affidata la responsabilità del cantiere della Loppio-Busa, entro qualche settimana dovrebbe quasi raddoppiare, visto che dallo scavo a macchina si dovrebbe passare a quello con la dinamite.
Una volta incontrata la roccia, infatti, basterà farla brillare per poi lavorare sul consolidamento delle pareti, operazioni solo all’apparenza più complesse, ma tali da garantire un avanzamento che potrebbe arrivare addirittura a quattro metri al giorno. Trecento i chilogrammi di esplosivo necessari ad ogni passaggio, per un totale previsto, a fine lavori, di 600mila chili. Per arrivare a regime sarà necessario anche raddoppiare la forza lavoro sul cantiere: se oggi sono in azione trenta operai, in quei momenti ne serviranno settanta, che lavoreranno 24 ore su 24, visto che in galleria la differenza fra il giorno e la notte non si distingue. Al momento non è ancora possibile sapere quando la Sac potrà iniziare ad attaccare la montagna dalla parte della valle del Sarca: bisogna infatti attendere la conclusione dei lavori di bonifica della discarica della Maza, ma se tutto andrà bene a primavera si potrà iniziare a scavare anche al di qua. Quando e dove potrà saltare l’ultima diaframma di roccia non è dato a sapersi, visto che gli aggiornamenti tecnici avvengono a scadenze pressoché quotidiane, una volta verificate le condizioni in cui si sta scavando. Ma dopo la cerimonia dell’altro giorno, anche il Padreterno dovrebbe dare un’occhiata benevola verso il basso e accelerare le procedure di realizzazione di un’opera dalla gestazione davvero lunghissima.