Castello di Drena, la ferita sarà rimarginata con materiali originari

Era il 1° giugno 2018 fa quando le mura di Castel Drena, splendido maniero che domina la valle della Sarca, cedettero dopo giorni di pioggia incessante. Una ferita che la Provincia di Trento promise di “guarire” in fretta. In tre anni sono stati molti i rilievi e gli studi su cosa fosse meglio fare per riportare la struttura fruibile in sicurezza. La scelta finale sembra quella di ricostruire la parete con le pietre originali e ripristinarne le caratteristiche antiche, questo è quello che dopo mesi e mesi di sopralluoghi, idee, progetti e altro va prendendo corpo quale soluzione definitiva. Alessandra Quendolo, docente della facoltà trentina d’Ingegneria civile e architettura, lo ha detto chiaramente alla comunità intervenuta in un incontro online introdotto dalla sindaca Giovanna Chiarani. L’esperta ha illustrato i particolari della ricostruzione della cinta muraria del castello crollata, il piano di recupero e d’intervento del prato della Lizza del maniero che, nelle parti più antiche, risale addirittura al ‘700 d.C. Una ricostruzione effettuata con tecniche cromatiche che ne hanno evidenziato le sue parti, completando un dossier che fornirà il perché del crollo ma, e questo è quello che interessa, come fare per rimettere tutto a posto. Molto suggestiva l’ipotesi di ricostruzione della cinta lasciando spazi aperti, con quella ora visibile che potrebbe rimanere protetta da un’ampia vetrata in modo da permettere lo sguardo dei visitatori verso la valle sottostante. Realizzando anche un camminamento sospeso nel vuoto, sostenuto da tralicci e tiranti. Soluzioni, per ora, messe da parte per le difficoltà di “saldare” le mura originarie e contrastare la forte azione dell’Òra, il vento poderoso del lago di Garda che soffia sempre con molta intensità. Il tutto, comunque, deve portare alla soluzione finale come ha detto la sindaca Chiarani, col contributo provinciale per i tre lotti d’interventi previsti.