Carenza posti letto nelle Case di Riposo: “Ci sono tre RSA nascoste tra i corridoi”
Tra le Apsp trentine ci sono 73 posti non utilizzati, altri 73 ricavabili da camere singole abbastanza grandi da diventare doppie, 63 di Casa di soggiorno convertibili per Rsa: l’equivalente di 3 case di Riposo di medie dimensioni.
È quanto è emerso al termine del lungo ciclo di confronti che Upipa, l’ente che rappresenta alcune Case di Riposo del Trentino, ha organizzato sui territori.
La più forte delle considerazioni è relativa a una notevole quantità di posti letto che, senza nuove costruzioni, in qualche caso con minimi interventi di ristrutturazione, potrebbero essere resi disponibili per fronteggiare la forte pressione sulle liste di attesa per entrare in Rsa.
Si tratta di posti letto che potrebbero essere autorizzati come convenzionati dalla Provincia oppure, almeno, come privati (con retta a carico totale dell’utente). Nel dettaglio, 73 posti giacciono inoperosi perché non autorizzati, altri 73 potrebbero essere ricavati facendo diventare doppie altrettante stanze singole (non si tratta di eliminare l’offerta di singole, ma di rideterminare l’uso di quelle che, tra esse, hanno una metratura sufficiente), e 63 sono classificati come Casa di soggiorno, servizio su cui la pressione delle liste di attesa è infinitamente minore rispetto a quella delle Rsa.
Nelle Rsa trentine gestite da Apsp – ovvero Aziende pubbliche di servizi alla persona – sono autorizzati al momento 4.618 posti, di cui 4.030 convenzionati e 588 privati. Le Apsp gestiscono l’84,8 % dei posti letto autorizzati complessivi, cui si sommano dunque quelli gestiti dal gruppo Spes e da altri privati.
Come noto, la popolazione è invecchiata, e non poco, dunque se si prende l’ultimo dato Istat disponibile e si applica – anche qui – il parametro del 10%, risulta facile calcolare che i posti autorizzati dovrebbero essere 6.416. Supponendo che le Apsp debbano ancora gestirne l’84,8%, esse dovrebbero avere 5.440 posti letto autorizzati: il 29,2% in più rispetto a ora.
Quindi il bisogno sul territorio è cresciuto più della risposta della Provincia.
Quanto alle richieste del personale, evidenziate in questi giorni da diverse sigle sindacali, la presidente di Upipa Michela Chiogna spiega: “Siamo vicini ai professionisti che si impegnano nelle nostre strutture. Ci rapportiamo spesso con loro e siamo sempre disponibili, ovviamente, a confrontarci anche coi loro rappresentanti. Praticamente in ogni occasione di incontro dell’ultimo periodo, abbiamo parlato di necessità di introdurre e finanziare il parametro mobile (ovvero poter aumentare la presenza di infermieri e oss rispetto al numero di posti letto) soprattutto per venire incontro a chi supporta condizioni di lavoro – connesse alla gravità del quadro sanitario degli utenti – più gravose”.