Carcere di Trento: carenza di personale e disagio psichico dei detenuti

Redazione05/11/20244min
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Antonia Menghini, garante dei diritti dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, ha illustrato la realtà della casa circondariale di Spini di Gardolo e sulle attività svolte.
Nello specifico ha voluto riportare l’attenzione sull’attuale emergenza in Italia legata al numero abnorme di suicidi che si sono verificati nell’anno corrente: al 31 ottobre sono purtroppo già 77, cui si assomma quello riguardante una persona ristretta in un CPR, senza contare i 128 decessi intervenuti per altre cause tra cui rientrano “malattia, overdose, omicidio, ed i casi ancora da accertare” (fonte Ristretti orizzonti).
Per quanto riguarda la Casa circondariale di Spini, i suicidi registrati negli ultimi 10 anni sono purtroppo ben 5, di cui l’ultimo a novembre 2023, cui è corrisposto negli ultimi anni un preoccupante ed allarmante aumento del numero degli atti di autolesionismo: nel 2021 si è raggiunta la cifra record di 90 atti di autolesionismo e di 16 tentativi di suicidio; nel 2022 gli atti di autolesionismo sono stati 75 (e 12 i tentativi di suicidio); nel 2023, 84 gli atti di autolesionismo (e 5 i tentativi di suicidio). Nell’ultimo anno, per fortuna, sembra registrarsi un’inversione di tendenza: a fine ottobre, risultano 23 gli atti di autolesionismo e 5 i tentativi di suicidio.
Continua inoltre a preoccupare il trend in aumento delle presenze in carcere, sia a livello nazionale che a livello locale, cui si aggiunge la riforma della media sicurezza che è ormai entrata a regime ovunque. Al 30 settembre 2024 sono 61.862 i detenuti presenti nelle carceri italiane a fronte di 51.196 posti formalmente disponibili.
Nel 2024 nella casa circondariale di Spini si sono toccate più volte punte di 380 persone presenti, con una crescita significativa in particolare delle donne, che sono arrivate anche a raggiungere recentemente la cifra record di 53.
A tutto ciò si aggiunge ancora una carenza importante di personale, sia a livello nazionale che locale. Nello specifico, per quanto attiene la casa circondariale trentina, la Garante ha sottolineato positivamente il recente arrivo di 5 nuovi funzionari giuridico-pedagogici; preoccupante invece rimane ancora la distanza tra il numero degli agenti di polizia penitenziaria previsti in pianta organica e quelli effettivamente presenti, così come l’assenza di un ragioniere di cassa stabile dal novembre 2023.
La Garante ha poi sottolineato la piaga del disagio psichico in carcere e, più nello specifico, la difficile situazione delle persone affette da grave infermità psichica sopravvenuta che si trovano tuttora a scontare la propria pena per lo più all’interno delle nostre carceri.

A fronte del grave quadro tracciato – ha concluso la Garante – non sembra che i provvedimenti normativi finora adottati siano stati in grado di incidere né sui numeri delle presenze in carcere né, più in generale, sulle condizioni di vita all’interno delle carceri.
La Garante ha quindi concluso la sua relazione sottolineando come la situazione di grave emergenza che le persone detenute quotidianamente vivono all’interno delle carceri italiane, e con loro tutti gli operatori penitenziari, deve necessariamente richiamare le istituzioni a riflettere sulla necessità ed urgenza di apprestare tutte le possibili misure atte a migliore le condizioni di vita all’interno delle carceri.

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