Campobase: “Inizio opaco per il Consiglio comunale di Arco, il confronto deve trovare spazio”

Nicola Filippi07/06/20254min
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Con un comunicato Campobase Alto Garda rompe il silenzio sul primo consiglio comunale dell’era Fiorio, svoltosi lo scorso 4 giugno ad Arco. Un esordio che, secondo il direttivo arcense del movimento, ha deluso le aspettative: “Un’atmosfera che ci aspettavamo diversa”, si legge nelle prime righe. Nessun vero slancio inaugurale, poche parole sul mandato ricevuto dai cittadini, e soprattutto, assenza di contenuti politici sostanziali.

Il tono del comunicato è fermo ma costruttivo. Campobase sottolinea come la seduta inaugurale avrebbe potuto (e dovuto) rappresentare un momento alto di confronto istituzionale, in cui la neosindaca Fiorio offrisse alla città una visione chiara delle priorità amministrative e un’apertura di dialogo nei confronti delle minoranze. Invece – accusano – il consiglio si è risolto in una mera formalizzazione di cariche, tutte affidate alla maggioranza, senza spazio per un autentico scambio democratico.

 

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“Un consiglio ridotto a ratificatore”

Tra le righe del documento traspare una preoccupazione precisa: che il Consiglio comunale venga percepito, e gestito, come un passaggio tecnico più che come il cuore pulsante del dibattito democratico locale. “Sindaca e Giunta sono l’esecutivo, e come tali ospiti istituzionali del Consiglio, non titolari. Quel che si è visto, invece, è stato un preoccupante appiattimento”, scrive il direttivo, denunciando come tutte le proposte – anche quelle teoricamente di competenza dei consiglieri – siano giunte direttamente dalla prima cittadina.

Il caso della presidenza “anziana” e la mancata transizione a Manzoni

Un passaggio particolarmente critico è riservato alla scelta, definita “poco elegante e istituzionalmente discutibile”, di non passare la presidenza della seduta al neoeletto presidente del Consiglio Marco Manzoni, mantenendo fino alla fine la conduzione “anziana”. Una decisione giustificata da incertezze normative – tra lo Statuto comunale e la legge regionale – che però, secondo Campobase, avrebbe dovuto risolversi in favore dello Statuto locale, “documento fondativo della nostra autonomia”.

Fiducia e rispetto reciproco: le parole che mancano

Il comunicato si chiude su un punto particolarmente delicato: la dichiarazione attribuita alla sindaca Fiorio, secondo cui “non ci si può fidare delle minoranze”, a giustificazione della scelta di riservare alla maggioranza anche la guida del Consiglio. Una frase che Campobase definisce “infelice” e che – si legge – “lascia l’amaro in bocca”.

“Ci consideriamo persone serie, corrette e affidabili. La fiducia si costruisce con il dialogo e con il rispetto reciproco, non con la diffidenza pregiudiziale”, afferma il direttivo, che rilancia con una dichiarazione di disponibilità: “Campobase è pronta a fare la sua parte, con lealtà e spirito istituzionale”.

Un messaggio chiaro alla maggioranza

Il messaggio è dunque duplice: da un lato, la critica puntuale a un inizio giudicato deludente e sbilanciato; dall’altro, l’offerta di un’opposizione vigile ma costruttiva. “Il consiglio comunale – ricordano – deve restare la casa del dibattito civico, non un semplice passaggio formale”.

Con l’appuntamento della prossima seduta già fissato, sarà interessante capire se e come l’amministrazione risponderà a questo richiamo. Arco, dal canto suo, guarda e ascolta: il confronto è appena cominciato.